“È il momento di celebrare un risultato storico del rugby italiano”
È raggiante coach Bortolami dopo la vittoria nel quarto di finale di Challenge Cup, che proietta i biancoverdi alla semifinale contro Tolone. Ma un passo alla volta, come dichiara l’allenatore di Treviso: “Siamo felicissimi del risultato, era quello che contava di più, è stata una partita complicata dalle condizioni atmosferiche che di sicuro non ci hanno favorito, ma con carattere e fiducia ne siamo venuti a capo ribaltando il punteggio. Ci sono tante cose che dovevamo e potevamo fare meglio in termini di gestione del gioco e del campo ma sono le lezioni che prenderemo da questa partita. Penso però che ora sia il momento di celebrare un risultato storico del rugby italiano e di tutto il gruppo, anche chi sta dietro a chi scende in campo che è solo ambasciatore del nostro gruppo. Credo che oggi dire un bravi a tutti sia il minimo che possa fare e ringrazio anche i tifosi, che sono stati di grande supporto. Era una partita strana, a livello di emozioni non ero tranquillo perché non capivo dove fosse la squadra, ma invece alla fine abbiamo trovato il modo di vincere.”
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Il pensiero dell’ex seconda linea Azzurra non si limita ai colori biancoverdi ma comprende tutto il movimento italiano: “Noi siamo la Benetton Rugby ma rappresentiamo il rugby italiano, non lo affermo per darci un titolo, ma per condividere con più gente possibile questo momento positivo del rugby italiano.”
Poi torna sul match e su quanto i dettagli abbiano fatto la differenza: “L’abbiamo vinta in tanti modi: avendo la fede di calciare in touche in angolo al posto di piazzare, segnando quella meta, trasformando alla fine dalla bandierina e portandoci avanti di 4 punti, l’abbiamo vinta nel drive a 5 metri (difendendo e obbligando Cardiff al turn over ndr), in mischia chiusa, difendendo, in ogni punto di incontro, l’abbiamo vinta in tanti modi, mille piccole cose, i ragazzi ci hanno messo il cuore e gli attributi, ed è quello che conta alla fine nel rugby.”
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Ci sono state anche diverse difficoltà però, come ricorda Bortolami: “Credo che all’inizio del secondo tempo abbiamo gestito male il campo, anche in occasione della loro prima meta, ci siamo complicati la vita giocando una o due fasi quando avremmo dovuto semplicemente usare il piede, però fa parte delle cose che dobbiamo ancora migliorare, che sono tante; in campo i giocatori fanno delle scelte, da fuori è sempre facile, il mio lavoro è aiutarli a capire cosa potevano fare magari in maniera più efficace, abbiamo ripreso la partita arrivando da dietro con poco tempo a disposizione e questo dimostra tanto del carattere e della voglia della squadra, della consapevolezza, di ottenere un risultato difficile contro un avversario che giocava nelle sue condizioni ideali, per cui il mio plauso va ai ragazzi.”
Le prossime sfide di Treviso saranno tutte da dentro o fuori, prima ci saranno le due partite in terra sudafricana contro Sharks e Stormers, da vincere per raggiungere i playoff di URC e poi la semifinale di Challenge anche questa in trasferta, sul campo del Tolone. Coach Bortolami non affretta i tempi: “Prima di Tolone ci aspetta una trasferta dura in Sudafrica, la testa va a quella, dobbiamo recuperare bene per affrontare Sharks e Stormers, e poi quanto rientreremo ci prepareremo per presentarci a Tolone nel miglior modo possibile, un giorno alla volta e un passo alla volta come abbiamo sempre fatto perché è quello che importa”
“Non so se farò turn over, l’obiettivo è recuperare le energie, penso che sia difficilissimo per chi rimane fuori da queste partite, ma il mio lavoro è fare delle scelte e mi prendo questa responsabilità, metterò in campo chi penso sia più in forma e l’obiettivo dei giocatori dev’essere recuperare al meglio perché questo ci mette in condizioni di avere in campo chi pensiamo possa dare di più. A volte chi rimane fuori potrebbe dare lo stesso di chi gioca per cui è molto difficile per i giocatori esclusi e per me fare le scelte, ma questo è lo sport e il gruppo è ciò che conta di più; siamo arrivati a questo punto perché il gruppo ha lavorato unito in una sola direzione, e dobbiamo sapere che questa è la cosa che ha contato di più per noi, poi da fuori ci sarà sempre chi preferisce uno o l’altro ma per noi è davvero il lavoro che facciamo ogni settimana che importa, e la consistenza della preparazione è quello che ci ha portato fin qui, per cui non cambierà nulla.”
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