Il tecnico federale analizza dall’esterno la situazione della squadra che ha guidato per 5 anni
Il Top 10 che si avvia alla conclusione dovrà presto fare i conti con l’addio di una società che ha scritto pagine importanti del massimo campionato nazionale.
Come ormai noto, il Calvisano ha deciso di rinunciare all’iscrizione in massima serie a partire dalla prossima stagione e ripartirà dalle categorie minori del rugby italiano.
Una scelta arrivata a campionato in corso, maurata da un club che ha conquistato sette scudetti, regalando ai tifosi grandi rivalità come quella degli anni recenti con il Rovigo.
Massimo Brunello, tecnico dell’ultimo tricolore bresciano, intervistato da il quotidiano Il Giorno ha commentato da spettatore esterno un momento molto delicato della sua ex squadra.
Le riflessioni su Calvisano e il Top 10
«Ho vissuto tutto con profonda delusione, non lo nego. Ma niente contro la società e le sue decisioni. Capisco che tutto sia figlio della situazione attuale, non semplice in qualsiasi sport. Spero possano ritrovare in fretta un equilibrio, per tornare nella massima categoria nazionale. Certamente, è un duro colpo per tutto il movimento e per la città».
L’analisi del coach della Nazionale Under 20 non si ferma solo al Calvisano, ma tocca anche il panorama complessivo delle competizioni interne «La crisi si è sentita e si sente in ogni settore, nello sport soprattutto. Le finanze sono quelle che sono. Ma nel Top 10 abbiamo una realtà in espansione come Colorno, e le Fiamme Oro sono al top da tempo, tanto per fare due esempi. Ci sono piccole realtà che si fanno largo con grande dignità».
Sul sistema delle franchigie ha le idee chiare «E’ una scala assolutamente preziosa per alzare il livello. Il Top 10 a mio avviso si sta sviluppando, sarebbe certamente ancora migliore se garantisse più spazio ai giovani, agli Under 20. Una lega di sviluppo, questa è la realtà, d’altronde le differenze di budget sono quelle che sono con i massimi campionati europei».
I ricordi dei 5 anni in giallo nero
Il Calvisano targato Massimo Brunello ha messo insieme successi importanti, ma anche prestazioni di alto profilo a livello continentale. Prima del ridimensionamento del campionato italiano e della nuova struttura delle coppe europee, i giallo neri hanno partecipato alla Challenge Cup, sfiorando in un’occasione il colpaccio con squadre di alto rango come i Leicester Tigers.
«Forse allora fu una forzatura. La squadra non era così competitiva, ma devo dire che i ragazzi si gasarono per l’esperienza, e soprattutto in casa le prestazioni furono importanti. Rischiammo di vincere con il Leicester, qualcosa di incredibile – Ha raccontato Brunello che poi ha ricordato il suo legame con il territorio e i dirigenti – Quattro finali, tutte esperienze egualmente importanti. Ma ci furono anche momenti difficili, e proprio lì emersero i valori della società. Sono sempre stato molto legato alla famiglia Gavazzi e alla famiglia Vaccari, ma l’affetto che trovai in certe fasi mi dimostrarono che da quelle parti si andava oltre lo sport».
Infine il coach di orgine rodigina dice la sua sui risultati della Nazionale maggiore reduce da un Sei Nazioni positivo, ma ancora una volta privo di vittorie.
«Il gioco è importante e piacevole, e questo è un primo aspetto. Ma quel che più conta, almeno per il mio lavoro a livello giovanile, è che tanti ragazzi dell’Under 20 abbiano trovato spazio nella nazionale maggiore. Poi ovvio, manca esperienza, molti azzurri erano all’esordio, e solo sommando le presenze puoi fare quel salto di qualità. Ci vuole pazienza, ma anche competizione interna».
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