L’estremo del Cardo si racconta in una lunga intervista, spiegando le motivazioni dietro la scelta del ritiro
Stuart Hogg aveva annunciato circa un mese fa la scelta del suo ritiro dopo la RWC 2023, ma ha recentemente rilasciato un’intervista dove ha spiegato le difficoltà superate, che però hanno lasciato le loro cicatrici, i sempre maggiori acciacchi fisici e la complessità nell’incastrare vita lavorativa con quella personale e famigliare.
“Ci stavo pensando da tempo tempo”, dice il 15 scozzese, “penso al mancato Tour (con i Lions) del 2017, i molti infortuni di quel periodo, e poi tutto l’odio che era cominciato ad arrivare – aveva dichiarato in occasioni precedenti come fosse stato vittima di abusi online -. Hogg ammette che non è stato per nulla semplice superare quel periodo, e di come l’obiettivo della convocazione a quello in Sudafrica del 2021 sia stata la motivazione maggiore.
Leggi anche: Josh Navidi annuncia il ritiro dal rugby giocato
Hogg ha poi parlato della sua condizione fisica: “Ricordo di aver parlato ad un certo punto della carriera coi ragazzi più vecchi, e mi hanno detto che il calo fisico lo senti di colpo ad un certo punto della carriera, e ti colpisce come una tonnellata di mattoni”. Lo scozzese spiega come nelle ultime stagioni abbia passato diverse ore sul lettino della fisioterapia di Exeter, dovendo seguire lunghe sedute di trattamenti per sentirsi bene, di come il fisico non gli desse più tutto quello che gli richiedeva, e di come i costanti dolori fisici gli hanno impedito di seguire gli ultimi pre-season con la squadra per avere maggior tempo di riposo.
Sui suoi infortuni, il 31enne di Hawick ha dichiarato come soffrisse di tendinite cronaca ad entrambe le ginocchia, soprattutto al sinistro, e che i tempi di recupero dopo le partite si fossero allungati sempre di più.
Leggi anche: Rugby in tv: palinsesto e streaming delle partite dal 21 al 23 aprile
Ulteriore ragione dietro la scelta del suo ritiro è stata la difficoltà nel conciliare la vita rugbistica con quella personale, affermando come il rugby era diventato sempre più un lavoro e meno una passione, e di come la priorità fosse diventata la sua famiglia, pensando anche ad un possibile ritorno in Scozia dopo il suo ultimo impegno con la nazionale questo autunno in Francia.
Cari Lettori,
OnRugby, da oltre 10 anni, Vi offre gratuitamente un’informazione puntuale e quotidiana sul mondo della palla ovale. Il nostro lavoro ha un costo che viene ripagato dalla pubblicità, in particolare quella personalizzata.
Quando Vi viene proposta l’informativa sul rilascio di cookie o tecnologie simili, Vi chiediamo di sostenerci dando il Vostro consenso.