L’ex-pilone Azzurro racconta la sua ultima stagione nello staff tecnico dei gialloneri
Giampiero De Carli ha lasciato lo staff tecnico del Calvisano. L’ex-pilone della Nazionale azzurra era stato chiamato l’estate scorsa da Alfredo Gavazzi per affiancare Gianluca Guidi sulla panchina della squadra giallonera, in cui aveva militato come giocatore dal 2001 al 2006 e, successivamente, come tecnico prima di andare ad allenare gli avanti di Perpignan e dell’Italia.
Considerando l’esito di questa stagione particolarmente travagliata per il club bresciano, De Carli forse non ha scelto il momento migliore per tornare alla squadra con cui aveva vinto lo scudetto 2004/05 e la Coppa Italia l’anno prima. In una lunga intervista al Giornale di Brescia però l’ex-giallonero non si rammarica di nulla: “Ero tornato perché avevo fatto una promessa e la volevo mantenere. E da questo punto di vista non ho nulla da recriminare”.
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Calvisano, De Carli agli addii: “Troppi pochi giocatori, rosa esigua”
Dopo gli affettuosi auguri col quale De Carli saluta il club che tanto gli ha dato, augurandosi che nonostante tutto il futuro possa serbare nuovi successi, l’ex-pilone ha approfondito le caratteristiche del Top10, da cui mancava da una dozzina d’anni, e della stagione di Calvisano in particolare.
“Quella di quest’anno è stata un’occasione importante per prendere atto delle problematiche che ha il nostro movimento, dei suoi pregi, perché ce ne sono, e dei suoi limiti. Riguardo i primi abbiamo tecnici e giocatori bravi, tutte le squadre si sono rivelate difficili da affrontare. E il lavoro a questi livelli non è per niente facile perché devi anche essere un bravo formatore. In Nazionale molte cose la davi per scontate, in Top10 hai più responsabilità, più impegni, ma puoi provare la soddisfazione di vedere crescere dei ragazzi che lasci più maturi e preparati”.
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A Calvisano, però, è mancato troppo spesso quello che De Carli ha indicato come “l’obiettivo di tutti”: vincere. E questa carenza di vittorie, secondo il tecnico, ha avuto una precisa origine: “Troppi pochi giocatori, una rosa troppo esigua. Il che comportava due limiti: allenamenti con un numero ridotto di ragazzi e conseguente mancanza di competizione interna, che è la molla per crescere”. Non c’è quindi da stupirsi, secondo l’ex-pilone Azzurro, che ne sia derivata una mancanza di ambizioni e, poi, di motivazioni.
Ma De Carli non vuole scaricare le colpe sui giocatori, ammettendo che il gruppo ha fatto il possibile con quello che c’era: “I mezzi, però, erano limitati. E con una rosa limitata i tonfi erano inevitabili”.
Ora il Calvisano ripartirà dalla categorie minori del rugby italiano, dopo aver deciso di rinunciare all’iscrizione in massima serie a partire dalla prossima stagione. Una nuova storia inizia per il club bresciano che De Carli, per quanto non ne farà parte, si augura con gli stessi successi del passato.
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