Compreso un piccolo aneddoto su Mike Phillips e la sua totale, incrollabile fiducia in sé stesso
Sam Warburton ha raccontato la sua esperienza diretta del metodo con il quale Warren Gatland ha scelto tante volte la sua formazione per il Galles negli anni in cui il flanker ha fatto parte della nazionale.
In un episodio del Socially Distant Podcast, l’ex capitano ha detto che una delle maggiori preoccupazioni del tecnico neozelandese fosse togliere di dosso ai suoi giocatori la fissa con l’essere la squadra costantemente sfavorita. E per questo ha fatto ricorso anche a idee non proprio ortodosse.
“Il problema qui in Galles è che la gente dice che a noi piace essere underdogs, una fissazione tutta gallese, ma per come la vedo io lo detesto – ha affermato in trasmissione Warburton – Odio essere sfavorito. Non ho fatto tutti questi sacrifici per essere secondo in qualcosa, capite?”
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“Questo è quello che Gats [Warren Gatland] ha cercato di toglierci. Ad esempio: un lunedì, il giorno prima dell’annuncio delle formazioni ufficiali del martedì, nella sessione di allenamento del pomeriggio tirava fuori le canotte con i numeri dall’1 al 15 e diceva: okay, i titolari per la partita contro l’Inghilterra prendano le canotte. Senza prima dire la formazione.”
Quindi, un aneddoto su un compagno e sulla sua totale fiducia in sé stesso, tanto da essere quasi proverbiale: “Giuro, non lo dico per essere divertente ma perché è successo: ogni santa volta Mike Phillips è andato dritto a prendersi la maglia numero 9 ed era l’unico in mezzo al campo, ad aspettare gli altri.”
“Ma era quello che voleva Gatland” chiude Warburton, spiegando che proprio far crescere la fiducia nei propri mezzi, sviluppare la consapevolezza di essere il migliore nel proprio ruolo, fosse l’obiettivo finale del piccolo gioco dell’allenatore.
How Warren Gatland picked the Welsh team 🤯
🤣 @mikephillips009 🤣
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— The Socially Distant Sports Bar (@distantpod) May 3, 2023
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