L’ex assistant coach degli All Blacks ha scelto di guardare un documentario piuttosto che una partita di Super Rugby
Wayne Smith, attuale allenatore della Nuova Zelanda femminile, ha espresso le sue perplessità sul numero di regole del rugby moderno. A supporto della propria idea, ha riportato di essere arrivato a cambiare canale all’intervallo della partita tra Highlanders e Western Force, preferendo al match un documentario sugli animali.
“Comincio ad essere frustrato, e non a causa dei giocatori, che sono preparati e prestanti, ma dal gioco stesso, visto che le regole di adesso rallentano troppo l’andamento delle partite”. L’ex assistent coach degli All Blacks ha spiegato come nella partita arbitrata da Nic Berry, durante il primo tempo, il suo braccio fosse costantemente teso verso fuori, per indicare un vantaggio dietro l’altro.
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“Arriveremo ad uno stile di gioco come quello del seven, con vantaggi che dureranno fino a 8 fasi, per poi tornare sul calcio e andare in touche. Verranno messi dei limiti in secondi per calciare ed effettuare la touche, con calci di punizione che fioccheranno per i crolli nel maul. L’arbitro allora estrarrà il cartellino giallo, fino a quando non arriverà la meta”.
L’ormai centralità nel gioco dell’avanzamento da maul è testimoniato dal numero sempre più crescentie di mete segnate dai tallonatori, che sono sempre ai vertici nelle classifiche dei try scorer. In questa stagione di Super Rugby, il trend si è un po’ invertito, con i trequarti nuovamente nelle piazze più alte della classifica di metaman, mentre in campionati come la URC, i tallonatori comandano ancora saldamente.
L’allenatore delle Black Ferns ha provato ad introdurre nello stile di gioco delle sue ragazze il tap-and-go, ovvero il giocare veloce le punizioni, a prescindere dalla zona di campo in cui avviene il fallo. Questo ha generato più ritmo e ha avvantaggiato la sua squadra, che però ha sofferto, nella finale della Coppa del Mondo, la maul inglese, con le tre mete del tallonatore inglese Amy Cockayne che hanno tenuto la partita in bilico fino all’ultimo.
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