Il capitano inglese ammette le difficoltà dalla piazzola nell’ultimo periodo, e analizza il suo 7 su 15 al Sei Nazioni
Owen Farrell, in un’intervista al Telegraph, ha ammesso le difficoltà che ha avuto dalla piazzola nell’ultimo periodo, analizzando il brutto 7 su 15 ai pali che ha caratterizzato il suo ultimo Sei Nazioni.
Il trequarti inglese è senza dubbio uno dei calciatori più precisi della storia rugbistica recente, ma le sue brutte prestazioni dalla piazzola, sia nelle Series autunnali che al Sei Nazioni di quest’anno, hanno posto qualche interrogativo negli appassionati sulla sua affidabilità al piede.
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Farrell ha ammesso che vuole tornare a calciare come un ‘bambino che si diverte’ per poter invertire questo trend negativo, diventato un tarlo nella sua testa. “Ci sono un po’ di cose che devo rispolverare nel mio repertorio di skill, ma in cima alla lista ci sono i piazzati. Voglio tornare a divertirmi quando calcio verso i pali, come quando ero più piccolo”. Analizzandosi il capitano del XV della Rosa ha dichiarato che ha lavorato tantissimo sulla tecnica, e di come ci sia sicuramente sempre qualcosa da migliorare, ma che il problema maggiore fosse a livello mentale.
“Solitamente, più pensi a qualcosa e più questo diventa un problema. E per quanto riguarda i piazzati, nel mio caso è stato certamente così”. Farrell ha spiegato come contro il Galles, match che ha chiuso con un misero 2 su 6, abbia avuto buone sensazioni sull’impatto col pallone, nonostante poi i calci fossero usciti dai pali. “Diventa come un circolo vizioso, pensi di calciare bene, hai buone sensazioni, ma sbagli. E più ci pensi, più non capisci gli errori, compromettendo i piazzati dopo”. Le problematiche dalla piazzola sono emerse agli occhi di tutti al termine del Sei Nazioni, chiuso con un 47%, anche se già nella sconfitta autunnale col Sudafrica, Farrell avesse dimostrato qualche piccolo segnale di allarme.
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