Il mediano di apertura del Tolone e dei Dragoni è fiducioso nonostante l’anno negativo del Galles
L’ultimo anno di rugby è stato abbastanza avaro di soddisfazioni per il Galles. Se si escludono una bella affermazione in Sudafrica a luglio 2022 e le vittorie con l’Argentina a novembre e l’Italia a marzo, emergono più aspetti negativi che positivi.
Il ritorno di Warren Gatland ha parzialmente riportato ordine in una squadra attanagliata dal caos organizzativo e finanziario della federazione, costringendo lo staff tecnico ad operare in un quadro di incertezza generale.
Il coach neozelandese nel frattempo ha allargato il ventaglio di opzioni a sua disposizione, così da arrivare all’appuntamento mondiale con un numero congruo di giocatori pronti alla ribalta internazionale.
Fra questi c’è anche l’eterno Dan Biggar, uno dei leader principali della squadra che sembra aver trovato nuova linfa vitale a Tolone. Intervistato dal Podcast BBC Scrum, il mediano di apertura con più caps nella storia del Galles ha parlato delle prospettive gallesi in vista della rassegna iridata.
Dan Biggar: “Il Galles può essere la sorpresa del mondiale”
“Siamo in un girone duro e siamo consapevoli che saremo presi di mira, ma vogliamo entrare nella competizione e riservare qualche sorpresa”, ha dichiarato Biggar riferendosi alla pool che li vede coinvolti con Australia, Fiji, Portogallo e Georgia.
Il carico di aspettative sui Dragoni è decisamente diverso rispetto a quello del 2019, quando Alun Wyn Jones e compagni arrivarano in Giappone dopo essere stati anche al primo posto del ranking mondiale.
Oggi le cose sono cambiate, la squadra è alla ricerca di una nuova identità e molti giocatori si apprestano a concludere definitivamente la carriera. Tutti aspetti che possono diventere delle criticità, ma anche delle opportunità.
“Nessuno parlerà di noi per la Coppa del Mondo, quindi possiamo uscire dal paese e allontanarci dalla pentola a pressione del Galles, lavorare sodo e provare a costruire qualche sorpresa fra settembre e ottobre”, ha poi proseguito Biggar che ha spiegato nel dettaglio cosa li aspetterà.
“Probabilmente non ci piace avere quel tipo di aspettativa su di noi. È strano perché anche noi siamo un nazione che nel rugby ha avuto successo. Oggi siamo diversi se paragonati a quattro anni fa e infatti abbiamo scelto una squadra di 54 giocatori rispetto ai 42 dell’ultima volta. Sono tranquillamente fiducioso che se lavoreremo a testa bassa e passeremo molto tempo insieme, miglioreremo costantemente.”
La chiave per una campagna mondiale di qualità potrebbe essere proprio l’esperienza di Warren Gatland che nelle 3 edizioni passate alla guida del Galles è sempre riuscito a portare i suoi a competere al meglio, ottenendo due semifinali nel 2019 e nel 2011 e sfiorando i primi quattro posti nel 2015, fermato per un soffio nei quarti di finale dal Sudafrica.
“Ecco perché abbiamo sempre fatto abbastanza bene alle Coppe del Mondo perché abbiamo lavorato insieme quasi come si fa in una pre-season di club. Gats ha promesso che ci saranno alcune settimane piuttosto estenuanti in Svizzera e Turchia e con il suo lavoro ci ha messo in buona posizione nelle ultime due Coppe del Mondo”.
Il futuro dopo la RWC
Biggar ha spesso accennato che France 2023 potrebbe essere il suo ultimo coinvolgimento internazionale, anche se il fuoco della competizione non sembra essere del tutto sopito. “Non lo so, vedremo cosa succederà”, ha dichiarato Biggar in merito all’ipotesi del ritiro.
“Sto molto bene a Tolone, ma ciò che ti dà l’esperienza del giorno della partita, le emozioni di giocare per il Galles, sono qualcosa che non potrà mai essere replicato.”
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