Impressioni e commenti dalle squadre che hanno combattuto per raggiungere la finale
L’ultimo atto del massimo Campionato Italiano, che si terrà domenica 28 maggio (ore 21, diretta Rai 2 e Eleven Sports) allo Stadio “Sergio Lanfranchi” di Parma, vedrà contrapposte ancora una volta Rovigo e Padova.
Le due squadre che si contenderanno lo scudetto 2022/23 sono le stesse che hanno dato vita alla partita conclusiva della stagione 2020/21 e 2021/22. Una sfida eterna che promette spettacolo.
Entrambe le realtà arrivano a questa gara reduci dalle emozioni delle semifinali. Rovigo è rimasta in bilico più a lungo su un Colorno mai domo, mentre Padova aveva già messo un mattoncino all’andata, vincendo sul difficile campo di Reggio Emilia. In ogni caso appare chiaro che in un match secco fra le due può succedere di tutto.
Al termine di un weekend intenso, i protagonisti delle partite di cartello del Top 10 hanno rilasciato dichiarazioni che fotografano la situazione e, nel caso di Padova e Rovigo, proiettano i rispettivi ambienti verso la contesa di Parma.
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Top 10: le parole di chi ha vinto
“Un primo tempo sofferto – ha dichiarato Andrea Marcato – ma non si può pensare che si possa vincere facilmente una semifinale, il Valorugby è una squadre forte, compatta, difficile da affrontare. II Petrarca ha dimostrato carattere e solidità e una volta segnata la prima meta, quella del pareggio, abbiamo trovato il giusto abbrivio e una grande mano ce l’ha data il pubblico che ci ha trascinati”.
Poi un cenno sulla sfida con i rivali rossoblu. «Ritengo che la finale tra noi e il Rovigo sia la più giusta e logica. Loro hanno vinto la stagione regolare meritatamente, noi abbiamo lasciato qualche punto di troppo per strada, ma era inevitabile: venivamo da un’annata, la scorsa, tirata con il gas a manetta dalla prima all’ultima partita e quest’anno non poteva esserci sempre la stessa determinazione. Ma adesso siamo carichi, pronti e mi va bene ritrovare ancora una volta il Rovigo”.
Dalla sponda rodigina, il più euforico è Giovanni Montemauri, man of the match al termine di una partita tiratissima con il Colorno.
“E’ stata una partita perfetta da parte della squadra. Forse qualche errore di troppo, ma dovevamo assolutamente vincere in casa e lo abbiamo fatto. Questo è l’importante, anche di un punto, ma va bene così. Abbiamo sbagliato la partita a Colomo dove l’abbiamo persa noi e non l’hanno vinta loro, dovevamo in qualche modo prenderci la nostra rivincita e lo abbiamo fatto. Sono contento per lo staff, i ragazzi, per i tifosi, la società, io mi metto all’ultimo posto, perché questo ambiente si merita tanto”.
Per Montemauri, prossimo ad approdare alle Zebre, quello di sabato è stato l’ultimo atto al Battaglini. “A Rovigo lascio il cuore. Chi non viene qui non può capire certe cose. Cosa significa giocare al ‘Battaglini’ con la maglia rossoblù. Se non lo fai non capisci”.
Top 10: le parole di chi ha perso
Il Colorno di Casellato e Frati, per la prima volta in semifinale nella sua storia, ha sfiorato il colpaccio. Ne è consapevole con un pizzico di amarezza il terza linea Koffi.
“Siamo fuori dalla finale per un punto. Ci davano tutti perla squadra più facile invece abbiamo dimostrato tutto quello che è il nostro valore. Siamo fuori dalla finale scudetto ma il Colomo c’è”.
A cui hanno fatto seguite le riflessioni di Maxime Mbandà: “Abbiamo perso ma potevamo anche andare noi in finale. Ma credo che in campo abbia vinto il rugby. Giocare in uno stadio così col pubblico entusiasta e a fare tifo è stato un vero piacere. E vedere che anche da Colomo erano giunti molte persone non può che significare che quest’anno abbiamo fatto una bella stagione”.
Il tentativo di rimonta al Plebiscito non è andato a buon fine per il Valorugby, che come lo scorso anno deve fermarsi ad un passo dalla finalissima. A fine partita è il capitano Mirko Amenta a dare la sua chiave di lettura.
“È stata una partita combattuta, come ci aspettavamo e come doveva essere. Per quasi due terzi di gara l’abbiamo saputa gestire come ci eravamo prefissi. Poi il Petrarca è stato bravo a riorganizzarsi, riuscendo infine a punire ogni nostro più piccolo errore. Adesso c’è indubbiamente amarezza in tutti noi, ma anche la consapevolezza che siamo un gruppo, un vero e grande gruppo: e che l’anno prossimo ci riproveremo”.
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