Il grande numero 8: “Mio padre non mi ha mai fatto un complimento su quanto bene avessi giocato”
In questo fine settimana ci svolgeranno le finali delle due coppe europee della palla ovale. Per quanto gli occhi di tutti saranno orientati in particolare sulla Champions Cup, la più prestigiosa, Planetrugby non ha dubbi nell’affermare che un “evento monumentale” lo si potrà vedere invece in Challenge Cup: la presenza in campo di Sergio Parisse, che può vincere l’ultimo trofeo della sua carriera.
Una carriera incredibile quella del terza linea nato in Argentina, divenuto la vera icona del rugby italiano: lo afferma la stessa rivista, ammettendo che quando concluderà la sua carriera “sarà la fine di un’epoca […], un addio che lascerà un vuoto di intrattenimento e imprevedibilità tattica che non può essere riempito dal rugby moderno”.
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Sergio Parisse a Planetrugby: dalla sua longevità agonistica al rapporto col padre
Nei giorni scorsi Sergio Parisse ha rilasciato un’intervista a Planetrugby. Al giornalista James While, il fortissimo numero 8 si è dichiarato sinceramente felice di quanto ha potuto giocare e come il suo corpo l’abbia sostenuto: “Non posso credere che mi sto avvicinando ai 40 anni e sono ancora abbastanza in forma per giocare e divertirmi”.
La consapevolezza di essere a fine carriera: “Sono molto consapevole che probabilmente giocherò ancora poche partite, la finale di Challenge Cup e gli ultimi turni di Top 14, poi bang – la mia carriera sarà finita. Ma non voglio pensarci troppo: voglio godermi la finale il più possibile. Ricordare quello che vedrò, i suoni e gli odori di una Dublino affollata e portarli con me. Giocare a 39 anni in una finale europea è qualcosa di enorme e non me lo sarei mai aspettato”.
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“Quando hai 19 anni davanti a te hai i tuoi sogni, un lavoro come giocatore professionista e la pensione non è neanche nei tuoi pensieri. Quando arrivi ai 32, 33 anni da giocatore inizi a pensare di essere quasi alla fine della carriera, o che magari arriverai a 34, 35 al massimo; ma arrivare a quasi 40 è un vero dono. Sono così felice che il mio corpo mi abbia permesso di fare tutto ciò e la mia motivazione ora è solo quella di aiutare Tolone a vincere il trofeo”.
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Parisse e il rapporto col padre (Sergio senior): “Non parlo spesso della mia vita privata, ma è vero che mio padre è stato di enorme supporto e ispirazione per me. Ovviamente sarà tra le prime persone che porterò in mente il giorno della finale. E pensare che in tutti i miei 22 anni di carriera professionale non mi ha mai fatto un complimento su quanto bene avessi giocato! Mi indicava i contrasti sbagliati o dove mi avevano messo sotto. Per questo però l’ho adorato, mi ha fatto crescere”.
“Ma soprattutto mi ha sempre detto di non essere mediocre. Mi diceva: ‘Non accontentarti, cerca di superare i tuoi limiti ogni volta e cerca sempre di essere migliore’. Queste parole le ricorderò per sempre e venerdì [il giorno della finale di Challenge Cup] se vinceremo il trofeo so che mio padre mi guarderà da lassù con orgoglio”.
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