Il giorno della finalissima di Challenge Cup, il tecnico sudafricano tira le somme dell’ottima stagione vissuta a Glasgow
Dopo la prima stagione a Glasgow, l’head coach Franco Smith ha rilasciato un’intervista esclusiva al Guardian, nella quale ha tirato le somme dell’anno. Sicuramente la finale di Challenge Cup che attende i Warriors il 19 maggio a Dublino contro Tolone sarà la partita più importante della sua annata, ma già per i risultati finora ottenuti, la valutazione dell’operato di Smith è senza dubbio positiva.
“Prima che arrivassi, i tifosi probabilmente non sapevano manco chi fossi. Come allenatore tutti volevano un big, uno che avesse già titoli alle spalle, si era parlato addirittura di Scott Robertson. Ma perché uno che non ha mai vinto niente come me, voleva venire ad allenare qua? – così inizia l’intervista di Smith.
Leggi anche: Zebre, David Sisi: “Sono contento di essere un leader. Il nostro momento arriverà”
“Ho sempre voluto sfide difficili, in club dove i budget non erano altissimi e dove la cultura e la storia avevano bisogno essere scritte”. D’altronde, se si guarda al suo passato da allenatore, si vede come Smith sia stato l’head coach dei Cheetahs, una delle formazioni sudafricane meno gettonate (riuscendo a portarla ai playoff di Pro 14) e di come sia rimasto per molti anni a Treviso. Pensiamo poi all’esperienza con l’Italia, dove ha raccolto le redini di una nazionale allo sbando, mettendo le basi solide per il lavoro di Crowley e lanciando i talenti che giocano oggi in maglia azzurra.
“Voglio essere ‘significante’ per i club dove alleno, e non solo ‘di successo’. Le critiche iniziali dimostrano come il successo sia basato sulla percezione che la gente ha di te, ma spesso la percezione è volubile. Spero che da adesso in poi i criticoni non giudicheranno i libri solo dalla copertina. Il momento di forma che stiamo vivendo è merito di tutto il gruppo, dai giocatori allo staff e la dirigenza, voglio ringraziare ciascuno di loro.”
Il lato umano di Smith, la sua filosofia di gioco sposata appieno dai suoi, i molti sudafricani presenti nella rosa e i risultati che mano a mano arrivavano, sono stati i fattori che hanno coeso il gruppo e hanno portato Glasgow a rivivere una stagione ai massimi livelli.
Cari Lettori,
OnRugby, da oltre 10 anni, Vi offre gratuitamente un’informazione puntuale e quotidiana sul mondo della palla ovale. Il nostro lavoro ha un costo che viene ripagato dalla pubblicità, in particolare quella personalizzata.
Quando Vi viene proposta l’informativa sul rilascio di cookie o tecnologie simili, Vi chiediamo di sostenerci dando il Vostro consenso.