Il trequarti dello Stade Français vuole provare a ritagliarsi il suo spazio nel gruppo di Azzurri che prepareranno il mondiale
Nella lista fra i convocati per i raduni dell’Italia in vista del mondiale francese, uno dei nomi che ha destato più attenzione è quello di Paolo Odogwu.
Il trequarti in forza allo Stade Français sembrava essere distante dalle esigenze del gruppo di Crowley, ma alla fine verrà messo alla prova e si potrà giocare le sue carte per una selezione alla RWC.
Attualmente impegnato a preparare il barrage del Top 14, Odogwu ha rilasciato una serie di dichiarazioni interessanti all’interno di un’intervista concessa al sito specializzato Rugbypass.
Nel dialogo è emerso il suo legame con l’Italia, ma anche la frustrazione per aver dovuto abbandonare i Wasps, l’atmosfera impareggiabile del rugby francese e le impressioni avute sugli Azzurri durante lo scorso Sei Nazioni.
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Paolo Odogwu: “Sento di poter aggiungere qualcosa all’Italia e spero di avere la possibilità di farlo”
“Mio padre (Stefano) è nato in Italia, ha vissuto lì e si è trasferito in Nigeria in seguito”, ha dichiarato Paolo Odogwu facendo una panoramica sulle sue radici.
“Crescendo, l’Italia è stata una parte enorme della mia vita. Ogni Pasqua andavamo a trovare la famiglia di mio padre, vivevano a Bologna e uscivamo con loro. L’Italia è probabilmente uno dei posti in cui sono stato di più in vacanza, e in generale dove ho viaggiato di più. Mia nonna vive in Nigeria ma è la cuoca italiana per eccellenza. Ha fatto a mano i tortellini per noi, ha passato tipo tre giorni prima di Natale facendoli uno ad uno. Ama cucinare e ha insegnato a mia madre tutte le sue ricette italiane, quindi sono letteralmente cresciuto mangiando un sacco di cibo italiano e nigeriano.”
Poi una riflessione sull’Italia, con cui andrà in raduno dopo aver terminato gli impegni di club.
“È abbastanza bello ora, potenzialmente, essere in grado di rappresentare il paese che ha giocato una parte importante della mia vita”. Gli Azzurri stanno affermandosi come squadra ed è davvero emozionante guardarli”, riconosce il giocatore nato a Coventry che poi ha aggiunto: “Hanno battuto l’Australia e poi il Galles l’anno scorso e vedi tutti questi giovani giocatori entrare nella squadra, dove tutti hanno acceso una nuova passione sotto di loro.”
“Sono andato a vedere la partita Inghilterra-Italia a Twickenham quest’anno e sembra una squadra completamente diversa rispetto all’Italia di, forse, 10 anni fa. Ora è una macchina ben oliata, sembrano solidi, l’attacco è davvero buono e giocano un rugby espansivo che è il modo in cui mi piace giocare, quindi è positivo per me entrare in una squadra che sta cercando di segnare mete e giocare largo. Sento di poter aggiungere qualcosa a questo e spero di avere la possibilità di farlo.”
L’addio doloroso ai Wasps
Quando l’allenatore degli Azzurri Kieran Crowley è andato ai Wasps per osservare l’allenamento lo scorso settembre su invito del preparatore atletico Pete Atkinson, Odogwu non avrebbe mai immaginato che di lì a breve sarebbe sbarcato a Parigi e forse a mesi di distanza avrebbe giocato sul palcoscenico più importante del rugby mondiale.
Abbandonare gli Wasps ha rappresentato un momento doloroso della sua carriera. “È stato pazzesco. Eravamo seduti lì a guardare lo svolgersi dell’intera faccenda di Worcester e in pratica ci hanno detto: ‘A noi non succederà, andrà tutto bene, siamo i Wasps, uno dei club storicamente più grandi d’Inghilterra e d’Europa’. E poi, letteralmente due settimane dopo la faccenda di Worcester, dovevamo giocare a Exeter il sabato e veniamo chiamati il giovedì e ci viene detto che non avremmo giocato quel fine settimana, con l’invito a prendere qualche giorno di ferie.”
“Siamo tornati la settimana successiva – Spiega Odogwu – e abbiamo tenuto la famigerata riunione di licenziamento quando l’amministratore è entrato e la sua prima battuta è stata: ‘Sono stato assunto per fare questo lavoro e siete stati tutti licenziati’. La vita è stata risucchiata fuori dalla stanza, non ho mai provato niente del genere e spero di non provarlo mai più.”
La nuova vita professionale in Francia
L’approdo allo Stade Français è stato rapido e il tempo di adattamento richiesto, molto breve. Il debutto di Odogwu nella Top 14 è arrivato nell’impressionante Paris La Défense Arena del Racing 92, il più grande stadio al coperto d’Europa.
Un’atmosfera con cui si è trovato bene fin da subito, perfettamente a suo agio con le caratteristiche spettacolari di uno dei campionati più scintillanti del mondo.
“Quando scendi dal pullman, tutti i fan sono lì con grandi tamburi, razzi e roba del genere, c’è un’atmosfera fantastica e quando sono arrivato allo stadio ero in fermento. Ero tipo ‘Mi è mancato così tanto’. Il supporto e la passione, puoi sentirli. Sono diversi da club a club ma puoi sempre percepire l’energia e l’impegno del pubblico, è sempre lo stesso. Se paghi per guardare qualcosa, vuoi vedere uno spettacolo, non vuoi un evento noioso. Più emozionante è l’intero spettacolo, più i fan sono coinvolti e questo non può che essere migliore per noi, come giocatori e come sport in generale.”
Infine un’auspicio per la imminente RWC.
“Avendo visto come il pubblico francese è vicino al rugby di club, sarebbe davvero bello giocare contro di loro in una Coppa del Mondo in casa e sarebbe altrettanto stimolante giocare contro gli All Blacks.”
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