Il club ha 3 giorni rimanenti per dimostrare la solidità economica necessaria all’iscrizione
C’è una data che non fa dormire sonni tranquilli ai tifosi, ai giocatori, allo staff e a tutta la comunità sportiva dei London Irish: martedì 6 giugno 2023.
Quel giorno è l’ultimo disponibile per dimostrare di avere ottenuto un’acquisizione del club da parte di un fondo esterno o i finanziamenti necessari per operare durante l’intera stagione 2023/24.
La società ha ricevuto un’estensione di una settimana (il termine ultimo era del 30 maggio) da parte della Rugby Football Union (RFU), con la precisa richiesta di garantire che gli stipendi di maggio di tutto il personale e dei giocatori vengano pagati per intero, dopo che è stato versato solo il 50% della somma dovuta.
La situazione però non sembra essere migliore rispetto ad una settimana fa. L’agenzia adibita alla riscossione dei tributi del Regno Unito venerdì scorso ha presentato una petizione contro il club a causa di una fattura fiscale non pagata, oscurando ancora di più le nubi sulla società.
La speranza ora viene alimentata da un consorzio americano che sta negoziando la possibile presa in consegna degli “exiles” di Londra, profondamente indebitati.
Questa soluzione però è ancora non definitiva, perchè lo stesso consorzio, di cui si sa poco, deve ancora fornire la prova concreta dei fondi alla RFU, così come deve mostrare altra documentazione necessaria per l’approvazione dell’acquisto.
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I London Irish sull’orlo della sospensione dalla Premiership
Le voci sulla precaria stabilità economica dei London Irish si erano fatte più insistenti già dalla fine del campionato. Il club che tra le sue fila annovera anche Danilo Fischetti e Luca Morisi è arrivato quinto in campionato e ha disputato la Champions Cup.
Al netto dei risultati sportivi piuttosto rassicuranti, sembra che la società sia finita nel vortice che ha risucchiato anche Wasps e Worcester Warriors, entrambe tagliate fuori dalla Premiership a campionato in corso per i noti problemi finanziari causati da molteplici fattori, fra cui l’incapacità di raccogliere investimenti e rendere sostenibili le proprie attività.
L’amministratore delegato di RFU Bill Sweeney ha accolto con favore l’ulteriore sostegno annunciato da parte del governo del Regno Unito (che già aveva erogato fondi per tamponare l’emergenza pandemica) verso le competizioni e ha invitato coloro che sono coinvolti direttamente nel rugby professionistico inglese a mettere da parte l’interesse personale nella ricerca di un futuro sostenibile.
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