Dopo Worcester Warriors, Wasps e London Irish tremano altre due squadre inglesi
Le difficoltà finanziarie di molti club della Premiership sono risapute e hanno avuto conseguenze dirette molto pesanti. È delle ultime ore la notizia della sospensione dal massimo campionato inglese dei London Irish, e prima di loro stesso destino per altre due squadre di grande importanza come i Worcester Warriors e Wasps.
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Si tratta di una crisi decisamente grave e il problema non è circoscrivibile ad alcune mele marce: è l’albero stesso ad essere malato. Come riportato da un’analisi di PlanetRugby: “Ormai è chiaro che la crisi è estesa a tutta la Premiership”, scrive Lawrence Nolan. E se quantomeno un campionato con dieci squadre eliminerà quasi completamente la sovrapposizione del calendario internazionale con quello dei club che ha contribuito a svalutare la Premiership, rimane che queste dieci “perdono complessivamente 4 milioni di sterline all’anno, stando a rapporti recenti”.
Anche i Leicester Tigers e gli Exeter Chiefs sono in difficoltà finanziarie
Nonostante questa situazione disastrosa, una vera e propria voragine, la Rugby Football Union (RFU) e la Premiership Rugby (PRL) si sono mostrate inerti, permettendo di far crollare alcune delle migliori squadre inglesi per cattiva gestione, come era stato anche riportato da un rapporto parlamentare di alcuni mesi fa.
La RFU ha quindi annunciato l’intervento di consulenti strategici per trovare delle soluzioni al problema ed intervenire qualora si manifestino gravi crisi nei club. Una necessità di intervenire che si fa impellente: sempre PlanetRugby ha fatto notare come altre due squadre si trovano a preparare la nuova stagione con fondamenta quantomeno traballanti. Si tratta dei Leicester Tigers e degli Exeter Chiefs.
Il Leicester deve affrontare delle “condizioni molto difficili”, queste le parole dell’amministratore delegato Andrea Pinchen. Per risolverle a febbraio il club necessitava di un’iniezione urgente di liquidità di 13 milioni di sterline da parte dei dirigenti Peter Tom e Tom Scott. Una lettera inviata a marzo dalla società ai suoi azionisti affermava che se il finanziamento non fosse stato approvato non c’era altra scelta che entrare in amministrazione controllata.
Meno grave, ma comunque da tenere d’occhio, anche la situazione degli Exeter Chiefs. La società, che a febbraio aveva abbassato il prezzo dei biglietti per la scarsità di spettatori, era già stata costretta a dicembre a prendere misure speciali: è dovuto intervenire il dirigente del club Tony Rowe di tasca propria. Questo intervento ha contribuito a tamponare la falla e sostenere la società, almeno per ora.
D’altra parte, però, investire al vertice nel breve termine potrebbe non essere una scelta sufficiente per la Federazione. Nolan suggerisce “di guardare anche verso il basso, perché anche il rugby di base sta soffrendo. Ci sono club di Championship che hanno grande potenziale ma trovano barriere troppo grandi per poter accedere al massimo livello, creando un divario insostenibile. Ci vorrà una profonda riforma del sistema: in attesa che arrivi si vivranno stagioni difficili”.
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