Il dirigente della società ammette che delle difficoltà ci sono state, ma ora sono superate
Le voci riguardanti le difficoltà finanziarie dei club di Premiership si susseguono, soprattutto dopo quanto accaduto negli ultimi mesi. Prima la crisi ha colpito Wasps e Worcester Warriors, poi la sospensione dal massimo campionato inglese è arrivata una settimana fa anche per i London Irish.
La voragine in cui sono caduti ben tre importanti club, che non rivedremo nella prossima stagione di Premiership 2023/24, ha inquietato il mondo ovale inglese, che teme ora che i conti anche di altre società possano essere sul punto di risultare insostenibili. La lente d’ingrandimento, nelle ultime ore, è stata puntata sui Leicester Tigers e sugli Exeter Chiefs.
Tony Rowe, dirigente degli Exeter Chiefs: “Il rugby inglese è sottofinanziato”
Tra questi due club, gli Exeter Chiefs sono quello che si trova nella condizione meno grave, come precisato in un precedente articolo. Eppure il dirigente della squadra della Cornovaglia, Tony Rowe, ha tenuto a ribadire come la situazione economica attuale della sua società sia solida.
Parlando ai canali ufficiali del club, il dirigente ha esordito con queste parole: “Negli ultimi tre anni, da quando il Covid ha colpito, ogni squadra è stata messa sotto stress come mai prima d’ora. È stata una vera sfida per tutti noi, non aiutata dalla successiva situazione di guerra in corso in Ucraina, e purtroppo non tutti i club sono riusciti a superarla, come abbiamo visto”.
Parlando nello specifico dei suoi Exeter Chiefs, Rowe ha dichiarato: “Per fortuna il club disponeva di risorse all’interno della sua struttura aziendale che siamo stati in grado di utilizzare per richiamare i fondi necessari. Ciò ci ha effettivamente aiutato a rimanere a galla durante alcuni mesi difficili, ma ora, guardando al futuro, siamo molto fiduciosi che il prossimo anno torneremo a pieno regime”.
Rowe ha colto l’occasione per una considerazione sull’attuale situazione del movimento rugbistico inglese: “È stato un periodo finanziariamente difficile per tutti. Immagino abbia dimostrato quanto sia sottofinanziato il rugby stesso. Questo è un allarme che non devono affrontare solo i club, ma anche chi gestisce il movimento dall’alto. Affinché il gioco cresca dobbiamo cercare di svilupparne ogni aspetto, sia dentro sia fuori dal campo”.
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