Malgrado la forza degli esponenti legati a Bernard Laporte, il principale esponente di opposizione ha vinto le elezioni
Tre anni fa, Bernard Laporte lo aveva definito “l’uomo conosciuto solo da sua madre”. Ora, il principale oppositore del numero uno del rugby francese è diventato presidente della federazione con il 58% dei consensi in una elezione partecipatissima, con il 92% di affluenza.
Si chiama Florian Grill, ha 57 anni e ha trascorsi da giocatore in gioventù. Imprenditore nel mondo della comunicazione, è stato presidente di un club di medie dimensioni della periferia parigina (Athletic Club de Boulogne-Billancourt) e poi, dal 2017, presidente della Ligue Ile-de-France, il comitato federale della regione di Parigi.
Nello scacchiere politico della FFR, Grill è stato vicino a Pierre Camou, il principale oppositore di Bernard Laporte. Quando Camou è scomparso, nel 2018, ha preso sostanzialmente il suo posto come principale esponente del campo laportista.
Alle elezioni federali dell’ottobre 2020, Grill viene battuto di misura dall’uscente Laporte, con appena il 51,5% di voti favorevoli, al termine di una campagna elettorale molto accesa. Dieci giorni prima del voto, Bernard Laporte viene posto in stato di fermo per il caso di favoreggiamento e concussione legato a Mohed Altrad e al club di Montpellier.
Quando nel gennaio del 2023 Laporte verrà condannato in primo grado e poi nuovamente fermato dagli inquirenti per frode fiscale aggravata, sarà costretto a dimettersi. Al suo posto viene nominato ad interim Alexandre Martinez, incaricato di traghettare la federazione verso nuove elezioni.
Grill ha battuto Patrick Brusson, nominato da Laporte suo delfino. I laportisti, però, hanno conservato la maggioranza degli eletti nel consiglio federale francese, configurando una situazione di difficile coabitazione proprio alla vigilia della Rugby World Cup.
Grill ha teso più volte la mano al proprio avversario, il quale ha sempre negato ogni offerta di collaborazione. Malgrado abbia dichiarato di essere intenzionato ad approvare le decisioni che il neo-presidente prenderà nell’interesse di tutto il movimento, Brusson potrebbe di fatto ostracizzare Grill, impedendogli dunque di portare significativi risultati entro le prossime elezioni, previste per il dicembre 2024.
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