Il tecnico degli Azzurrini: “Mai avuto dubbi sul valore di questo gruppo, anche se in alcuni momenti non siamo stati la squadra che volevamo essere”
L’Italia under 20 ha chiuso il Mondiale di categoria con una netta vittoria sul Giappone per 45-27, che è valsa la “salvezza” e la possibilità di disputare anche il prossimo anno il World Rugby Championship. È stato un Torneo in altalena per gli Azzurrini: l’esordio con l’Argentina in cui è girato tutto storto, la storica vittoria col Sudafrica e poi la brutta sconfitta con la Georgia, che in 80 minuti ha portato l’Italia dal paradiso all’inferno. Poi la giornata no contro le Fiji e il rischio di compromettere anche la prossima stagione con la retrocessione, fino alla bella prova di ieri.
“Ma io non ho mai avuto dubbi sul reale valore di questi ragazzi” ha detto Massimo Brunello ai canali ufficiali della Fir: “È un gruppo fantastico che ha scritto alcune delle pagine più belle del nostro sport in Italia e di cui mi onoro far parte”.
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“Col Giappone ho ritrovato la mia squadra, ma come ho detto ai ragazzi in mezzo al campo dopo il fischio finale, niente avrebbe potuto cancellare quello che abbiamo fatto assieme in questi due anni, nemmeno l’eventuale sconfitta” prosegue il tecnico, che poi ripercorre a ritroso il percorso che ha portato l’Italia fin qui.
“È vero che contro Fiji abbiamo giocato un match per noi inaccettabile, in cui non siamo stati l’Italia che sappiamo essere, che è quella delle due vittorie sull’Inghilterra, di quella qui sul Sudafrica, del terzo posto all’ultimo Sei Nazioni. Il tutto nel contesto, ci tengo a sottolinearlo, di un girone dove tutte le squadre hanno vinto almeno una partita, cosa mai successa prima a un Mondiale, a dimostrazione di quanto equilibrio ci fosse nella nostra pool”.
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“Questo torneo, e questa settimana in particolare, serviranno a questi giocatori più di dieci anni di rugby giocato” prosegue Brunello: “Hanno tutti, e noi staff con loro, imparato cosa significa giocare ad un livello altissimo ogni cinque giorni, avere pressione, sopportare critiche pesanti quando fino a un minuto prima tutti sono pronti a elogiarti, passando dal toccare il paradiso con un dito dopo il Sudafrica al sentirsi con un piede all’inferno dopo Fiji”.
“Metabolizzare tutto, guardarsi allo specchio e trasformare la paura in energia positiva, quella esplosa oggi contro il Giappone, squadra che merita il massimo rispetto per l’orgoglio con cui ci ha affrontati e per la dignità con cui ha accettato il risultato, era una sfida da uomini e da uomini è stata vinta. Dedico questa vittoria a loro, ai ragazzi, allo staff con cui abbiamo condiviso tutto questo percorso, e poi a tutti gli allenatori italiani, ai tanti che mi hanno sostenuto in questi giorni difficili ma anche a tutti gli altri, perché è grazie al loro lavoro quotidiano a tutti i livelli che il rugby italiano sta in piedi e può provare a crescere, e questo non viene mai evidenziato a sufficienza” conclude il tecnico.
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