Il team manager racconta com’è andato il ritiro a Pergine Valsugana
È stato il primo raduno a ranghi completi per l’Italia del rugby in preparazione alla coppa del mondo. A Pergine Valsugana tutti i convocati si sono ben comportati per un obiettivo comune, come ha raccontato il team manager degli Azzurri Giovanbattista Venditti: “Il raduno è andato davvero bene. Non era facile, anche logisticamente, visto l’elevato numero di ragazzi, ma i risultati sono stati ottimi.”
“È una preparazione al Mondiale, quindi è tosta a livello fisico e mentale, ma i ragazzi hanno risposto bene. Il percorso è stato pensato su misura per ognuno di loro, tutti avranno la possibilità di andare in campo e mettere in difficoltà l’allenatore sulle scelte che dovrà fare”.
L’ex trequarti della nazionale ha spiegato che le prime due partite contro Scozia e Irlanda serviranno a dare a tutti i giocatori presenti al raduno una opportunità di mettersi in mostra in un contesto agonistico, oltre che sul campo. Gli unici ad essere risparmiati saranno coloro che stanno recuperando da acciacchi e infortuni.
“Alcuni giocatori come Lucchesi e Marin stanno continuando il lavoro di recupero all’interno del club, con contatti quotidiani con lo staff della Nazionale.”
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“Ange [Capuozzo] invece è venuto in raduno e sta recuperando con calma, seguendo i giusti tempi di recupero senza farsi prendere dalla fretta.”
“Per quanto riguarda Padovani, l’operazione è andata molto bene e lo staff medico è soddisfatto, ma ci sono dei tempi che non possono essere accorciati. Edoardo è un giocatore molto intelligente, conosce bene il suo corpo e sa bene quando può chiedere di più al suo corpo e quando deve avere pazienza. Sta superando brillantemente tutte le tappe e teniamo costantemente monitorato, ma se anche non dovesse farcela per la prima convocazione dei 33 fa parte dei giocatori del gruppo allargato, che possono entrare eventualmente in sostituzione di chi dovesse avere problemi.”
Infine, Venditti ha parlato dei volti nuovi presenti, come l’ultimo degli aggregati, Lorenzo Pani, e i tre eleggibili aggiunti alla rosa per il mondiale, Martin Page-Relo, Paolo Odogwu e Dino Lamb: “Lorenzo è sempre stato parte del gruppo, soprattutto in quest’ultimo anno di lavoro, ed è stato sempre seguito monitorato da tutto lo staff perché è un ragazzo di talento che ha dimostrato di poter fare la differenza a livello internazionale.”
“È giovane, ha tanti anni davanti a sé e tante cose ancora da migliorare. Per alcune caratteristiche ricorda un po’ Padovani: alto, bravo sulle palle alte, bravo a giocare nel triangolo allargato”
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Come Alessandro Fusco e Alessandro Garbisi, Pani ha fatto recentemente parte della rosa della nazionale di rugby a sette.
“Abbiamo lavorato insieme ad Andy Vilk prima e Matteo Mazzantini poi per rendere il Seven propedeutico al miglioramento dei ragazzi.”
“C’erano dei giocatori che potevano attingere da questa disciplina a livello di bagaglio tecnico e potevano inoltre mettere minuti nelle gambe, e l’esperimento ha funzionato perché i ragazzi si sono presentati in grande condizione al raduno”.
“[Martin] Page-Relo aveva già fatto parte dell’ultimo blocco del Sei Nazioni, lavorando con noi in raduno. Si è presentato fisicamente molto bene e approfitterà di questa estate per conoscere meglio i ragazzi ed entrare nel gruppo, sicuramente essere compagno di squadra di Ange lo ha aiutato a inserirsi.”
“Per Dino [Lamb] e Paolo [Odogwu] è la prima volta con noi, ma così come Martin anche loro sono o sono stati compagni di squadra di alcuni ragazzi.”
“Sono molto educati e professionali, e si sono inseriti velocemente nei meccanismi del gruppo sia dentro che fuori dal campo. A differenza del Sei Nazioni, dove i ritmi sono molto serrati, in una preparazione mondiale c’è anche più spazio per i momenti fuori dal campo in cui si crea il gruppo, e anche i ragazzi che si conosco meno hanno l’opportunità di inserirsi meglio.”
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