Il trequarti azzurro: “Ho capito qual è la mia strada. In Inghilterra pensavo solo alla Premiership, poi le cose sono cambiate”
Dal raduno dell’Inghilterra, nel 2021, a quello dell’Italia nel 2023: nel mezzo, di acqua sotto i punti ne è passata per Paolo Odogwu, con un bruttissimo infortunio e poi il fallimento dei Wasps, che lo ha costretto a fare le valigie e trasferirsi allo Stade Francais, per poi firmare per il Benetton e trasferirsi in pianta stabile l’Italia. L’italo-inglese, convocato da Kieran Crowley per il raduno di preparazione alla Coppa del Mondo 2023, si è raccontato in una lunga intervista al Times.
“Crescere in Inghilterra, nel rugby inglese, significa quasi avere un lavaggio del cervello. Pensi che quella sia l’unica strada, pensi ‘devo giocare in Premiership, devo seguire questa strada’, essere costretti a cambiare strada ti fa pensare, capisci che questo non è l’unico campionato al mondo, non è l’unica opportunità che hai” spiega Odogwu al Times.
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“Posso andare per la mia strada, espandere la mia conoscenza rugbistica e culturale, vivere in posti diversi, con stili di vita diversi. Volevo giocare con i Wasps per tutta la mia carriera, ma non è successo, quindi devo avere un piano diverso. Ho bisogno di stare dove mi sento voluto, e dove posso godermi il rugby e la vita”.
Paolo Odogwu racconta la sua convocazione con l’Italia
Odogwu ha poi parlato degli ultimi contatti con Kieran Crowley e della definitiva convocazione, che negli ultimi mesi sembrava ormai sfumata: “Mentre giocavo allo Stade Francais ho contattato Crowley, gli ho detto ‘Io ci sono’. Loro non sapevano se volessi giocare per loro. Volevo essere sicuro che lo sapessero”.
Il Times specifica che Crowley aveva risposto ad Odogwu che avrebbe voluto confermare il gruppo che nel 2022 aveva battuto il Galles e l’Australia, e costruire la squadra su queste vittorie, ma ci ha poi ripensato e ha incluso Odogwu nel gruppo che sta preparando la Coppa del Mondo 2023.
Paolo Odogwu e il rapporto con l’Italia
Odogwu ha poi proseguito raccontando le sue origini e il rapporto con l’Italia: il nonno arrivò dalla Nigeria negli anni ’50 per diventare medico, sposò una donna italiana e a Bologna nacque Stefano, il padre di Paolo. Da grande, Stefano andò in Inghilterra e divenne a sua volta medico, pur tornando ogni anno in Italia per le feste di Pasqua, e nel 1997 nacque Paolo.
“Torno in Italia dai cugini di mio padre, per stare con loro un po’ di settimane, e ogni volta torno a casa con un po’ di chili in più” racconta scherzando. Per quanto riguarda la lingua, per ora ha imparato principalmente le parolacce, mentre Sebastian Negri lo aiuta con le traduzioni, anche se la presenza di molti madrelingua inglesi – come Varney, Lamb, Ioane e Faiva – lo sta aiutando.
Il percorso di inserimento nel gruppo sta procedendo bene: “Non c’è nessun ‘Non sei abbastanza italiano per stare in questa squadra’, soprattutto in questi giorni e in questa epoca. Quello che conta è cosa sei disposto a dare per questa squadra” spiega il giocatore.
Infine, Odogwu ha raccontato il percorso che la Nazionale azzurra sta facendo per essere competitiva a livello internazionale: “Non vogliamo più essere gli ‘underdog’, quelli a cui viene mancato di rispetto. Dobbiamo arrivare al punto in cui una nostra vittoria non deve essere più una sorpresa. Gli altri devono pensare ‘oh m***a, questa settimana giochiamo con l’Italia’”.
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