Partita durissima all’Ellis Park, dove gli Springboks vincono di un solo punto
Una vera e propria battaglia, quella dell’Ellis Park di Johannesburg tra Sudafrica e Argentina nell’ultima partita del Rugby Championship 2023.
Finisce 22-21 per il Sudafrica una partita bella ma cruenta, esasperata nello scontro fisico, intensa, accesa e nervosa.
Al primo pallone dell’incontro, subito un incidente: Juan Cruz Mallia vola ad intercettare il calcio di liberazione di Grant Williams, devia l’ovale ma colpisce con l’anca in pieno volto il mediano di mischia sudafricano, che va KO.
L’arbitro Brace giudica l’azione non passibile di fallo. Il numero 9 degli Sharks, alla prima da titolare in nazionale, esce dal campo in barella dopo appena 30″ di gioco.
L’Argentina è la squadra che inizia meglio l’incontro: dopo 2 minuti calcia tra i pali una punizione, dopo 9 un’altra per ergersi sullo 0-6. Libbok accorcia dalla piazzola al 13′.
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La partita sembra cambiare dopo la fine del primo quarto di gioco. Al 20′ splendida combinazione da rimessa laterale per gli Springboks: furba in touche, due cariche, una vicina e una lontana, con gli avanti, poi De Klerk serve Le Roux dalla chiusa. L’estremo sbraccia verso l’out di destra, dove Eben Etzebeth torreggia su Mateo Carreras e schiaccia la meta del sorpasso, 8-6.
Cinque minuti più tardi Damian de Allende marca ancora da un drive dove tutta la squadra di casa si mette a spingere. Il 15-6 provvisorio parla di un dominio fisico sudafricano che si concretizza in tutti gli impatti, nei punti d’incontro, nelle fasi statiche.
Quando l’Argentina sembra vacillare, invece riesce a tirar fuori l’orgoglio latino: alza il livello dello scontro, la battaglia diventa feroce.
Prima dell’intervallo Lucas Paulos esce per un altro brutto colpo alla testa che lo lascia a terra per un lungo momento, dopo aver subito una ginocchiata nel placcaggio a Duane Vermeulen. La lotta segna anche il volto di Julian Montoya, insanguinato e costretto ad una vistosa fasciatura.
Santiago Carreras accorcia le distanze dalla piazzola sul finire di tempo e si va al riposo sul 15-6.
Il secondo tempo non vede calare l’intensità dello scontro. L’Argentina fa la voce grossa, tiene il possesso per la maggior parte del tempo e minaccia più volte il sorpasso, ma la difesa sudafricana regge, rocciosa. Santiago Carreras sbaglia un paio di piazzati di troppo che avrebbero permesso ai Pumas di mettere ancora più pressione sul risultato.
Proprio nel momento del massimo sforzo dei sudamericani, Faf De Klerk è il primo ad avventarsi su un pallone vagante, buttato sul prato da Mallia. Il mediano cede al compagno di reparto Libbok, che ha le gambe per farsi 60 metri in solitaria e andare a schiacciare la prima meta internazionale della carriera.
Sul 22-9 la partita appare chiusa, ma i Pumas hanno altre idee.
Al 74′ Mateo Carreras la riapre al termine di una insistita azione d’attacco argentina. L’omonimo Santiago, però, spedisce a lato dei pali la trasformazione che avrebbe permesso di andare sotto il break.
Poco più tardi travolgente azione argentina dai propri ventidue metri, con Matias Orlando liberato sull’out di sinistra. Il numero 23 calcia a seguire per sé stesso, perde la gara di velocità con Kolbe, ma con l’aiuto di Cinti costringe l’ala sudafricana a schiacciare in area di meta dopo averci portato la palla.
Dalla successiva mischia a cinque metri l’Argentina non segnerà subito. Serviranno diverse fasi di penetrazioni ripetute e sfondamenti più o meno riusciti, intervallate da un paio di calci di punizione a favore, per riuscire a segnare la meta del -1. La segna Gonzalo Bertranou quando l’orologio è già da un pezzo oltre l’ottantesimo.
Il Sudafrica conquista la battaglia dell’Ellis Park, ma continua a non incantare malgrado le prestazioni meritevoli del solito Malcolm Marx, di Duane Vermeulen e di un Jesse Kriel in palla. I Pumas hanno il rimpianto di aver sfiorato un altro risultato importante, traditi soprattutto dagli errori ai pali di un Santiago Carreras per il resto molto positivo, così come hanno fatto bene Mateo Carreras, Lucio Cinti, Santiago Grondona.
Quel che è certo è che i colpi di questa partita rimarranno nelle ossa, nei muscoli, nei corpi dei protagonisti per un bel po’, tenendogli compagnia per tutta la settimana a venire.
Sudafrica: 15 Willie le Roux, 14 Cheslin Kolbe, 13 Jesse Kriel, 12 Damian de Allende, 11 Kurt-Lee Arendse, 10 Manie Libbok, 9 Grant Williams, 8 Duane Vermeulen (c), 7 Pieter-Steph du Toit, 6 Marco van Staden, 5 Marvin Orie, 4 Eben Etzebeth (c), 3 Frans Malherbe, 2 Malcolm Marx, 1 Steven Kitshoff
A disposizione: 16 Bongi Mbonambi, 17 Trevor Nyakane, 18 Vincent Koch, 19 Kwagga Smith, 20 RG Snyman, 21 Faf de Klerk, 22 Lukhanyo Am, 23 Damian Willemse
Marcatori Sudafrica
Mete: Etzebeth (20), De Allende (26), Libbok (68)
Trasformazioni: Libbok (26)
Calci di punizione: Libbok (13)
Argentina: 15 Juan Cruz Mallia, 14 Mateo Carreras, 13 Lucio Cinti, 12 Santiago Chocobares, 11 Juan Imhoff, 10 Santiago Carreras, 9 Lautaro Bazan Velez, 8 Juan Martin Gonzalez, 7 Santiago Grondona, 6 Pablo Matera, 5 Tomas Lavanini, 4 Lucas Paulos, 3 Francisco Gomez-Kodela, 2 Julian Montoya (c), 1 Thomas Gallo
A disposizione: 16 Ignacio Ruiz, 17 Nahuel Tetaz Chaparro, 18 Joel Sclavi, 19 Pedro Rubiolo, 20 Facundo Isa, 21 Gonzalo Bertranou, 22 Tomas Albornoz, 23 Matias Moroni
Marcatori Argentina
Mete: M. Carreras (74), Bertranou (80)
Trasformazioni: S. Carreras (80)
Calci di punizione: S. Carreras (2, 9, 39)
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