Il peso degli infortuni e la necessità di stare con la famiglia alla base di una scelta dolorosa, ma necessaria
La notizia del ritiro definitivo di Stuart Hogg prima della Coppa del Mondo di Francia è stata un duro colpo per la Scozia e per tutti gli appassionati di rugby.
L’ex estremo dei Dark Blues, dei Glasgow Warriors e di Exeter Chiefs ha solo anticipato una decisione che aveva già preso: al termine del Sei Nazioni 2023 era stato pubblicamente annunciato il ritiro dopo la RWC.
A distanza di poche settimane dall’addio, sono arrivate anche le sue prime dichiarazioni che chiariscono i motivi alla base di questa scelta dolorosa.
In sostanza Stuart Hogg a 31 anni si è reso conto che il suo fisico aveva oltrepassato un perimetro da cui era difficile tornare indietro, così per salvaguardare la sua salute si è fermato.
Stuart Hogg dopo il ritiro: “Sentivo di essere emotivamente e fisicamente prosciugato dal gioco”
L’ex capitano della Scozia è stato intervistato da TNT Sports e ha dichiarato di aver vissuto quasi come una piccola liberazione il fatto di non doversi più allenare.
L’infortunio al ginocchio patito sul finire della stagione 2021/2022 è stato un fattore determinante. Prima l’esclusione a scopo precauzionale dal tour in Argentina nel giugno 2022, poi la rinuncia alla fascia di capitano nel Sei Nazioni 2023, infine il ritiro. Stuart Hogg aveva finito le energie.
“La cosa eccitante per me, mentre mi stavo facendo operare al ginocchio, era quella di poter avere del tempo lontano dal gioco, la possibilità di lavorare su altre aree – ha dichiarato l’ex giocatore – quando sono tornato, non riuscivo ad andare di nuovo come volevo. Il mio corpo detta il mio umore, e se il mio corpo si sente spazzatura, allora anche il mio umore diventa esattamente lo stesso. Ricordo di essere tornato, probabilmente, a questo punto l’anno scorso, e ho pensato: Sento di essere emotivamente e fisicamente prosciugato dal gioco”.
Una nuova realtà fuori dal campo
Il suo rapporto con la palla ovale non è certo terminato con la fine della carriera. Hogg infatti inizierà un percorso da commentatore sportivo proprio con TNT Sports.
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Questo passaggio gli consentirà di avere più tempo da dedicare alla sua famiglia, dopo che negli ultimi anni non era riuscito ad avere lunghi periodi per stare con moglie e figli. Lo spiega con un aneddoto.
“Mi sono reso conto che mi mancava veder crescere i miei bambini. Quando mio figlio, che ha sette anni, si presentava da me, e io tornavo a casa dall’allenamento, e lui mi diceva: ‘Papà, vuoi uscire e giocare a calcio?’ E io rispondevo: ‘Acchie, non posso. Non posso davvero’, mi sentivo completamente sconfortato.”
Infine il pensiero va alla nazionale che sta preparando la Coppa del Mondo, sotto la guida dell’head coach Gregor Townsend, la persona più difficile da affrontare in questa fase.
“Avere la conversazione con Gregor dicendo che ero arrivato al capolinea è stato incredibilmente difficile. Ho spiegato tutte le ragioni dietro, e la cosa migliore della conversazione è stata che non una volta ha cercato di farmi cambiare idea. Era davvero felice per me perché tutto ciò che gli importava ero io come persona.”
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