Il sistema Leinster: viaggio fra gli ingranaggi di una macchina (quasi) perfetta – Prima parte

Abbiamo provato a capire come funziona il processo che porta il club irlandese – e poi la Nazionale – ad essere costantemente ad alti livelli in Europa e nel Mondo

Il sistema Leinster: viaggio fra gli ingranaggi di una macchina perfetta - Prima parte

Il sistema Leinster: viaggio fra gli ingranaggi di una macchina perfetta – Prima parte. Nella foto: Simone Ragusi, secondo da destra, e gli altri membri dello staff

Come fa Leinster, un’organizzazione con una base di 2.800.000 persone, ad essere una delle squadre più forti d’Europa e a formare gran parte della Nazionale irlandese, in questo momento prima nel ranking mondiale? Come è stato creato e come funziona questo invidiatissimo sistema di reclutamento? Abbiamo cercato di rispondere a questa domanda con l’aiuto di un infiltrato italiano di alto livello. Parliamo di Simone Ragusi, 130 presenze fra Cavalieri Prato, Rovigo, Petrarca Padova e Calvisano in Italia fra il 2012 e il 2020, oltre a un’esperienza in Galles con gli Ospreys e 32 caps col Benetton fra il 2014 e il 2016. Dal 2022 è in Irlanda dove nella prima stagione ha lavorato come allenatore e responsabile dello sviluppo giovanile all’interno del sistema Leinster.

Ha da poco iniziato la sua seconda stagione in Irlanda, dove ha ben tre incarichi: Youth Rugby Developer per i Metro Leinster clubs, cioè i club della città, Club Community Rugby Office per Leinster al Greystones Rugby Club e Co-head coach al Presentation College Bray: una delle scuole private della Leinster Senior School Cup.

Ragusi ha acceso una luce italiana su tutto il sistema Leinster. In questa prima parte della mini-inchiesta parleremo di come funzionano i club, soprattutto a livello giovanile. Nella seconda invece si parlerà delle scuole della Leinster Senior School Cup.

Sistema Leinster: dal minirugby ai 13 anni

Fino a 12/13 anni – cioè fino alla fine della scuola primaria – nella provincia di Leinster come in tutta l’Irlanda si gioca a rugby solo nei club. Qui serve aprire una parentesi sul sistema scolastico. In Irlanda non c’è la scuola media: si fanno sei anni di scuola primaria e altrettanti di secondaria. Più precisamente, la scuola primaria arriva a 8 anni, perché è anticipata dalle classi Junior Infant e Senior Infant, con età minima di accesso di quattro anni e mezzo.

Il rugby è il quarto sport nazionale per numero di praticanti, dopo i due sport gaelici (football gaelico e hurling) e calcio. Per dare un’idea dei numeri: il Leinster Rugby copre le 12 contee della provincia di Leinster e ha 38mila giocatori. Solo nella contea di Dublino i tesserati GAA (sport gaelici) sono 100mila. Tra quelli che giocano a rugby c’è chi contemporaneamente pratica anche uno sport gaelico, allenando alcuni fondamentali in comune come la presa al volo e la corsa.

Fino alla fine della scuola primaria, come detto, si gioca solo nei club, che sono un bel numero: 93 per 2.870.000 residenti, dati 2022. Ogni anno di nascita ha la sua squadra, il livello è ancora dilettantistico, ma non c’è alcuna improvvisazione, anche se gli allenatori sono volontari e – come accade anche in Italia – genitori di giocatori. Leinster è molto attenta allo sviluppo di questi allenatori; si organizzano raduni di zona per aggiornarli e migliorarli. Dopo i 10 anni si inizia a fare maggiormente sul serio, introducendo il secondo allenamento settimanale e i primi allenamenti specifici sulle singole skills.

Dai 13 anni in su
Le partite sul campo completo vengono introdotte nell’ultimo anno dell’under 13, quando i bambini sono nel sesto e ultimo anno di scuola primaria. Alla fine della scuola c’è una selezione fondamentale: una parte dei ragazzi va nelle scuole private, quelle della Leinster Senior School Cup. La stragrande maggioranza continua nei club, però con un’organizzazione più strutturata rispetto agli anni dell’infanzia. Con l’adolescenza il rapporto fra club e organizzazione provinciale diviene più stretto, tramite soprattutto una figura ben precisa: quella del Community Club Rugby Officer, o CCRO.

IL CCRO

Questa figura è presente in tutti i club della provincia, con Leinster che paga loro metà dello stipendio. Il CCRO gestisce i rapporti fra club e scuole, con l’obiettivo di scovare e segnalare talenti da mandare a Leinster. Sono presenti anche nelle scuole private, dove hanno il compito di segnalare talenti che magari fanno altri sport e hanno una possibilità di passare al rugby, proponendo loro un programma di sviluppo ad hoc. I benefici di questo sistema sono evidenti: si delegano aspetti tecnici importanti a molte persone sul territorio, responsabilizzandole. Questa rete sul territorio di Leinster è capillare.

Non esiste un campionato nazionale giovanile, i ragazzi giocano per i propri club nel campionato provinciale, e nel corso della stagione si selezionano i migliori per ogni fascia di età. Prima 90, poi 80, poi 60. Quando si arriva a 55 giocatori si svolgono dei positional clinic, raduni specifici per singoli ruoli con test ripetuti su singoli aspetti del gioco (calci e prese al volo, uno contro uno per ali e estremi, tecnica di placcaggio e breakdown per le terze linee, mischia chiusa per i piloni, e così via). La selezione finale di 40 giocatori partecipa per Leinster al torneo interprovinciale con le selezioni di Munster, Ulster e Connacht.

Il lavoro al club di solito prevede uno o due allenamenti settimanali (di solito martedì e giovedì) oltre alla partita della domenica. Dai 15 anni iniziano i raduni di gruppo per la selezione del grande gruppo che durante l’estate farà parte del programma Leinster under 17 e under 18. Nella stagione che precede l’estate in cui si è Under 17 e 18 c’è un allenamento settimanale con i tecnici di Leinster in ogni zona in cui è divisa la provincia. Ragusi ha allenato nella passata stagione nel Leinster nord est, in quella imminente si sposterà nell’area metropolitana, Dublino città. Ragusi ha la responsabilità di sviluppare i migliori giocatori del percorso club tra i 15 e i 17 anni dell’area in questione. Poi da gennaio inizia la selezione del gruppo allargato, che sarà pronto per Pasqua e si radunerà la prima volta a giugno, per poi giocare ad agosto e settembre.

Un’altra selezione Leinster Under 18 viene fatta per le scuole, con lo stesso sistema e programma ma in parallelo. “Sono tradizionalisti e conservatori fino all’inverosimile – ride Ragusi –. Pensa che nel club dov’ero il primo anno (Navan, ndr) ho chiesto di inserire il captain’s run al venerdì in modo da potersi allenare più intensamente al giovedì. Mi hanno risposto che fanno così da 100 anni e non capiscono perché dovrebbero cambiare”.

Per quanto riguarda le seniores, quindi le prime e le seconde squadre di adulti, il livello è molto simile. C’è una conoscenza di base molto solida quindi è facile trovare dei giocatori e allenatori molto buoni anche nel campionato provinciale Leinster league (che sarebbe sotto i 5 campionati All Ireland Leagues, quelli tra le quattro province). Ragusi spiega che in Italia i club di top 10 non hanno una piattaforma di interazione e condivisione di videoclip dove possono interagire allenatori e giocatori in maniera diretta. In Irlanda alcuni club ne hanno due: riguardi le partite, fai dei video personalizzati e tagghi un giocatore chiedendogli “perché in quel momento hai difeso in quel modo?”. Lui ti risponde, così quando arrivi al campo hai già una mini analisi, utilissima in un contesto amatoriale, dove non puoi fare più di venti minuti di riunione a settimana. Spiega ancora Ragusi: “Io nel mio club dello scorso anno, terza divisione irlandese quindi dal 20° al 30° posto, di queste piattaforme ne avevo due. Una a ripresa “normale” per le prime fasi e il gioco generale e con l’altra con ripresa grandangolare per lavorare sul gioco allargato e quello al piede. In qualche partita avevamo anche il drone. Quindi tre, ma è stata un’eccezione.  In Italia mi risulta che nessun club di top 10 le abbia. In questo caso parliamo solo di mentalità perché di fatto l’investimento è di 4/500 euro l’anno”.

Riflessioni

Nella provincia, ogni singolo club ama il Leinster Rugby, si sente parte del progetto Leinster e accetta questa gerarchia che lo vede come squadra satellite di un sistema molto performante. Il club, con l’aiuto dei formatori, è contento e orgoglioso di fornire giocatori alla franchigia. I giocatori non giocano e si allenano per andare in nazionale, ma nel Leinster. La nazionale viene dopo. Questo senso di appartenenza è uguale in tutte le quattro province e unisce molto i ragazzi, i club, ma anche allenatori, dirigenti, scuole e tifosi all’interno della provincia stessa.

Una curiosità finale: ogni club di Leinster organizza una “President’s Dinner” annuale nella propria club house. È una tradizione, un appuntamento irrinunciabile con tanto di smoking noleggiati e abiti da sera. Ci sono circa 93 club, quindi parliamo di decine cene in un anno, eventi in cui il presidente di ogni squadra presenzia con la moglie o un altro dirigente e che sono aperte a tutti i soci. Nei club dei paesi fuori Dublino sono anche eventi sociali importanti per tutta la comunità, non solo quella rugbystica. In generale sono occasioni per condividere e sistemare le cose che potrebbero essere migliorate, creare progetti e sviluppare relazioni.

A cura di Damiano Vezzosi

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