Monumentale imponenza di un giocatore compatto e imprendibile
Trentuno punti in ventinove minuti. Sono quelli che l’Inghilterra è riuscita a segnare nella partita della Calcutta Cup del 2019, contro la Scozia al Sei Nazioni. L’auld enemy sembra più forte che mai, una vera e propria mareggiata in maglia bianca che infiamma Twickenham.
Poi, tutto a un tratto, qualcosa cambia: Stuart McInally stoppa un calcio e riesce a sprintare per 60 metri e a segnare; negli spogliatoi Finn Russell affronta l’head coach Gregor Townsend, esige e ottiene un cambio di strategia; al 46′ la palla arriva a Darcy Graham sull’out di sinistra, che batte la difesa all’interno, semina un paio di difensori e piove oltre la linea di meta.
È l’inizio di una delle più grandi rimonte della storia del gioco. Poco dopo Ali Price si inventa un calcio a scavalcare che recupera egli stesso, prima di mandare in meta Magnus Bradbury. Passano meno di dieci minuti, Russell lancia Maitland nello spazio aperto, il neozelandese tira la corsa fino all’ultimo e serve Graham, che svernicia Elliot Daly in velocità e va a schiacciare la meta del 31-24, doppietta personale.
Sarà Russell a firmare il pareggio con un intercetto letale, poi la Scozia passerà addirittura in vantaggio per 38-31, prima di chiudere con uno storico 38-38 e conservare la Calcutta Cup. Il momento che però rimarrà di più nel cuore dei tifosi vede ancora protagonista Graham, che al termine di un’azione di gioco viene inquadrato simbolicamente seduto, lui così minuto, sopra due avanti inglesi sdraiati a terra.
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Trionfanti, i tifosi scozzesi lo insigniscono del titolo di Principe di Hawick, dal nome della città dei Borders da cui proviene, seduto sul suo trono di inglesi sconfitti.
Ora il Principe ha un nuovo traguardo davanti a sé: superare il record di mete segnate per la nazionale scozzese detenuto da Stuart Hogg, che si è appena ritirato, fermandosi così a 27. Graham, che ha 26 anni e un bel pezzo di carriera ancora davanti a sé, è a quota 19. Con le mete nei warm-up tests contro Italia e Francia ha superato non solo il compagno di squadra Duhan van der Merwe, ma anche il suo head coach Gregor Townsend, che hanno segnato 17 mete con la maglia della Scozia.
“Io e Duhi siamo a caccia del record – ha detto recentemente Graham – facciamo anche un po’ una gara fra di noi per chi riesce ad arrivare prima in vetta alla classifica.”
Davanti a lui ci sono ancora Tommy Seymour (55 caps e 20 mete), il buon vecchio Chris Paterson (109 caps, 22 mete, 809 punti segnati), Ian Smith e Tony Stanger (giocatori dell’era amatoriale, entrambi arrivati a 24 mete). E infine l’uomo da battere, Stuart Hogg.
“Hoggy è stato un grandissimo e quello che ha fatto per la maglia della Scozia è stato incredibile – ha confessato ancora Darcy Graham – Ha lasciato un vuoto. Tutti i più giovani guardavano a lui.”
La Scozia ha una Rugby World Cup che si preannuncia durissima, sorteggiata nel girone con Irlanda e Sudafrica, due delle poche squadre a cui Graham non ha ancora segnato. Due opportunità per mettersi di nuovo alla prova, lui che gioca come se avesse addosso un quintale di muscoli, mentre pesa quindici chili in meno.
L’uomo più difficile a cui mettere le mani addosso nello spazio di una cabina telefonica punterà allora a sedersi sulla schiena di qualche altro avversario, portare la Scozia il più avanti possibile e, se ce ne sarà l’opportunità, mettere il fiato sul collo al suo vecchio capitano. Il suo ruolino di marcia è impressionante: 19 mete in 35 caps, 6 in 11 presenze nel 2022, 3 nelle due volte in cui è sceso in campo fin qui quest’anno; a queste aggiungete pure le 12 mete in 10 partite con Edimburgo in URC.
Se andrà avanti così, nessun obiettivo è impossibile. Né per lui, né per la sua squadra.
Lorenzo Calamai
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