Per l’allenatore dei trequarti del Benetton, l’innalzamento dell’asticella deve essere un punto fermo della nazionale
Alessandro Troncon compie 50 anni. L’attuale allenatore dei trequarti del Benetton si appresta a vivere una stagione intensa con la sua squadra, guardando con curiosità e fiducia anche a ciò che accade fuori, in primis al mondiale francese.
Per lui, 101 caps con l’Italia e 4 RWC nel curriculum, si tratta sempre di un momento speciale. Inoltre, la possibilità di lavorare costantemente sul campo con tanti Azzurri gli consente di avere una visione d’insieme sullo stato di salute della nazionale.
A pochi giorni dall’esordio con la Namibia, Troncon è stato intervistato dal Corriere del Veneto, con cui ha approfondito i temi della kermesse francese in partenza venerdì 8 settembre.
Molti spunti di interesse, tra cui la grande pattuglia del Benetton che si presenta ai nastri di partenza con 19 atleti coinvolti tra Italia, Argentina e Tonga.
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Alessandro Troncon sprona l’Italia: “Passare ai quarti deve essere un obiettivo”
«Arriviamo bene al Mondiale. Confidenti, preparati, tonici. A Monigo contro il Giappone abbiamo giocato un bel test match, i segnali e le risposte sono state tutte positive» esordisce l’ex mediano Azzurro, che poi aggiunge «le prime due partite sono alla portata ma non da sottovalutare. Sono quelle per noi fondamentali. Arrivare a trovare Francia e All Blacks con due vittorie sarà di vitale importanza, poi si vedrà».
Le auspicate due vittorie con gli avversari più abbordabili però non sono sufficienti per passare il turno, servirebbe almeno un’impresa con Nuova Zelanda o Francia.
«Devi assolutamente pensare che sia nelle tue corde, deve essere un obiettivo. Il passaggio ai quarti, alla seconda fase del torneo, deve essere un punto fermo per gli Azzurri. E comunque, senza obiettivi, a un Mondiale di rugby non puoi proprio andarci».
La nazionale a trazione Benetton
«Ho visto tutti carichi e motivati come deve essere – ha spiegato Alessandro Troncon a proposito della folta delagazione biancoverde in nazionale – Mi sembra che stiamo prendendo piacere nel giocare, nel fare bene le cose,insomma ci crediamo davvero. Non sarà semplice, a questi livelli qui non esistono avversari facili. Ma la testa giusta c’è».
Interpellato poi su quale può essere il valore aggiunto dell’Italia, il coach dei biancoverdi ha risposto: «Il fatto di avere un gruppo dove per la maggior parte i giocatori arrivano da due franchigie, cioè Benetton e Zebre. Si conoscono, hanno confidenza nel gioco, hanno una serie di automatismi efficaci. Un aspetto che invece ad altri, penso ad esempio alla Francia, manca. E i risultati e le prestazioni del Benetton in Europa, penso alla semifinale di Challenge Cup, servono moltissimo alla Nazionale. E serve moltissimo avere anche le Zebre in Urc».
Infine una considerazione ottimista sul prossimo futuro, auspicata per il bene dell’intero movimento italiano.
«Secondo me non ci manca niente. Abbiamo fatti passi da gigante negli ultimi anni, solo che li hanno fatti anche gli altri. E spesso ci confrontiamo con realtà rugbistiche più evolute di noi, almeno dal punto di vista “culturale”. Sono sempre fiducioso basandomi su quello che ho visto e capito. Francia e Nuova Zelanda restano evidentemente due partite durissime in tuttoma l’Italia del basket ha battuto la Serbia. Perché non dovrei crederci?»
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