Dopo molte polemiche per la scelta di farli cantare ad un coro infantile e senza accompagnamento musicale, gli organizzatori sembrano pronti a cambiare idea
È stata una delle scelte più contestate dell’organizzazione di questa Rugby World Cup, e ora in Francia stanno pensando di cambiarla in corso d’opera.
Si parla della esecuzione degli inni nazionali. Fino a questo momento ogni partita li ha visti cantati da un coro di bambini e bambine senza nessun accompagnamento musicale, eseguiti dal vivo nel corso di Francia-Nuova Zelanda e poi sempre in versioni registrate durante le altre gare.
Ex giocatori, tifosi, appassionati e qualche opinionista hanno criticato nei giorni scorsi le performance, in particolare da un punto di vista di atmosfera, togliendo un po’ di carica e di sacralità all’immediato pre-partita.
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Secondo quanto riporta Midi Olympique le critiche potrebbero essere accolte dall’organizzazione. Secondo il quotidiano sportivo transalpino in questi giorni si deciderà se andare avanti o meno con il coro di voci bianche o rimpiazzarle con una più tradizionale versione. Pare che sia sul tavolo anche l’idea di far partire l’inno con la registrazione del coro, farla sfumare dopo la prima parte e lasciare la parte finale ai soli tifosi e giocatori.
Problemi meno cogenti di altri, in fondo: a Bordeaux e a Marsiglia i numerosissimi tifosi irlandesi e inglesi hanno affrontato diversi problemi logistici, come insufficienza dei trasporti pubblici per il numero di persone presenti e difficoltà nel gestire l’accesso allo stadio, e sono rimasti in coda a lungo, anche dopo il calcio d’inizio dei rispettivi incontri, prima di riuscire a trovare posto allo stadio.
World Rugby ha rilasciato un comunicato di scuse, promesso di impiegare più volontari, migliorare le informazioni ai possessori di biglietti per le partite e raccomandato comunque di raggiungere gli stadi della Coppa del Mondo con ampio anticipo.
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