Rugby World Cup: il miglior XV della prima giornata secondo OnRugby

Una formazione di chi ha offerto le migliori prestazioni nel corso delle prime otto partite

George Ford Inghilterra-Argentina RWC 2023 (Photo Michael Steele - World Rugby/World Rugby via Getty Images)

Il miglior XV della prima giornata della Rugby World Cup. In foto: George Ford, Inghilterra-Argentina, RWC 2023 -ph. Michael Steele – World Rugby/World Rugby via Getty Images

La polvere inizia a posarsi sulla prima giornata della Rugby World Cup 2023. Un turno di apertura che ci ha regalato vittorie inaspettate come quella dell’Inghilterra, larghe e prevedibili vittorie come quelle di Italia e Irlanda, l’esordio mondiale del Cile, l’intensità di Sudafrica-Scozia e il grande spettacolo di Galles-Fiji.

Abbiamo selezionato la formazione ideale con i migliori giocatori scesi in campo nelle otto gare fin qui disputate.

La Rugby World Cup 2023 ripartirà giovedì 14 settembre da Lille, con Francia-Uruguay.

Leggi anche: La Rugby World Cup sta pensando di cambiare l’esecuzione degli inni

Il Dream Team della prima giornata di Rugby World Cup

15 Ben Donaldson – Australia
Il giovane utility back dei Wallabies ha firmato il suo riscatto nella prima presenza di sempre a una Rugby World Cup. 25 punti segnati e man of the match. Ne abbiamo parlato qui.

14 Mark Telea – Nuova Zelanda
Non è facile guadagnarsi una nomination nel XV della settimana quando si perde una partita, ma Telea è stato imprendibile per i primi 50 minuti dell’incontro di apertura della RWC. Due mete segnate in 43 minuti. Poi è uscito nel finale dopo che i compagni gli hanno richiesto un paio di sfide uno contro uno palla in mano contro Damian Penaud che hanno esaurito la sua riserva di energie.

13 Waisea Nayacalevu – Fiji
Il capitano delle Fiji è stato assolutamente ingestibile per la difesa gallese. Anche quando North e Tompkins sono riusciti a metterlo a terra, lui ha sempre guadagnato tanti metri. Un leader fenomenale per la squadra isolana.

12 Bundee Aki – Irlanda
È stato il migliore in campo nella straripante vittoria dell’Irlanda sulla Romania: 2 mete, 3 offloads, 190 metri guadagnati (!), 5 breaks, 8 difensori battuti. Il suo stato di forma rischia di oscurare Robbie Henshaw, in questo momento. Menzione di merito anche per Semi Radradra (Fiji) e Nick Tompkins (Galles).

11 Josh Adams – Galles
Una meta, ma soprattutto quel placcaggio su Selestino Ravutaumada che ha fatto capire a tutti che il Galles non sarebbe uscito dalla partita per nessun motivo al mondo. Bella partita con il numero 11 anche per Gabin Villiere (Francia), Mark Nawaqanitawase (Australia) e Cheslin Kolbe (Sudafrica).

10 George Ford – Inghilterra
Una vera e propria lezione da parte del mediano di apertura, che ha ricordato a tutti quali sono gli ingredienti decisivi per vincere partite ad una Coppa del Mondo. È ancora uno dei migliori mediani di apertura del globo. Ottime prestazioni in cabina di regia anche per Johnny Sexton (Irlanda), Manie Libbok (Sudafrica), Luka Matkava (Georgia) e menzione speciale per Rodrigo Fernandez, primo storico marcatore di una meta del Cile alla RWC (e non poteva che essere sua).

9 Aaron Smith – Nuova Zelanda
Gli All Blacks hanno un piccolo problema. C’è un abisso tra il 35enne Aaron Smith e la seconda scelta come mediano di mischia, sia Cam Roigard o Finlay Christie. Contro la Francia Smith ha giocato una grande partita e in particolare è riuscito a mettere grande pressione su Antoine Dupont in occasione delle mischie ordinate, negando con la sua sola azione la possibilità di giocare lanci del gioco puliti alla nazionale di casa. Bene anche Jamison Gibson-Park (Irlanda).

8 Greg Alldritt – Francia
Non ci sono molte altre parole per uno dei protagonisti di questo mondiale. Il suo workrate è semplicemente stato mostruoso, si è sobbarcato una montagna di lavoro, malgrado sia stato notato meno del solito per via dell’assenza del proverbiale caschetto. 12 passaggi, 71 metri fatti, 3 offloads, 2 difensori battuti, 1 calcio, 15 placcaggi, 2 turnovers. Serve altro?
Menzione speciale anche per Lorenzo Cannone (Italia), Viliame Mata (Fiji) e Ben Earl (Inghilterra).

7 Jac Morgan – Galles
Una partita pazzesca da parte di un giocatore che sembra nato per fare il capitano. Contro le Fiji era la sua prima partita alla Rugby World Cup e lui l’ha interpretata senza sentire minimamente la pressione, guidando con l’esempio, eccellente nella battaglia fisica e nel gioco aperto. Il suo assist al piede per la meta di Louis Rees-Zammit è un gesto di enorme carattere. La sua performance ha oscurato le altrimenti ottime prestazioni di Michele Lamaro (Italia), Pieter-Steph du Toit (Sudafrica) e Luka Ivanishvili (Georgia).

6 Courtney Lawes – Inghilterra
Non era riuscito a festeggiare il centesimo cap, ottenuto contro le Fiji. Sarà contento di festeggiare così il centounesimo, con una gara di incredibile solidità. Ha ricordato il Lawes della gioventù per certi interventi difensivi ultrafisici che hanno rispedito al mittente le cariche argentina.

5 Amato Fakatava – Giappone
Due mete per l’atletico seconda linea dei nipponici, che ha fatto valere le proprie qualità fisiche al meglio nella vittoria dei suoi contro il Cile, brillando soprattutto nel gioco offensivo. Nelle fila della Namibia bella prestazione per Tjiuee Uanivi.

4 Will Rowlands – Galles
Un vero e proprio eroe della resistenza gallese agli assalti figiani. Ventisette placcaggi con il 100% di riuscita, 4 palloni rubati agli avversari. Semplicemente stoico. Gli faranno male le spalle, oggi?
Degni di nota anche RG Snyman (Sudafrica) e Maro Itoje (Inghilterra).

3 Luke Tagi – Fiji
I sei prima linea delle Fiji hanno fatto tutti una grande prestazione. Tagi vince la competizione per la maglia numero 3 grazie alla sua performance non solo come ball carrier, ma anche in mischia ordinata.

2 Peato Mauvaka – Francia
Era una serata speciale per lui, ha detto: in tribuna c’era a vederlo sua madre. La cosa particolare è che Mauvaka è un francese di Nuova Caledonia, e così i suoi genitori. Ci sono più di sedicimila chilometri tra Naumea, dov’è nato Mauvaka, e Parigi. Ecco spiegato quel picco di adrenalina che gli ha consentito di giocare 69 minuti e andare in fuga solitaria per 50 metri nel finale. Da citare nel ruolo il sempre eccezionale Malcolm Marx (Sudafrica).

1 Eroni Mawi – Fiji
Cariche a ripetizione, gran placcaggi in difesa e tutto il lavoro in mischia chiusa. Il pilone dei Saracens mostra tutta la propria forza. La sua staffetta con l’indemoniato Peni Ravai rischia di creare molti problemi alle altre formazioni. Molto bene anche Ellis Genge (Inghilterra).

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