In un incontro con i media, il coach degli avanti e Giovanni Pettinelli hanno parlato dell’importanza dell’aspetto mentale
Andrea Moretti, Giovanni Pettinelli e Giacomo Da Re sono apparsi il 12 settembre in una breve conferenza stampa dal ritiro di Bourgoin, dopo una sessione di allenamento a porte aperte che ha visto una bella e soprattutto rumorosa partecipazione del pubblico.
“Cantavano canzoni italiane che ci hanno ricordato di casa, è stato divertente. L’Italiano di Toto Cutugno è come se fosse il nostro secondo inno – ha raccontato un sorridente Giovanni Pettinelli – C’era un sacco di confusione, come essere in uno stadio. Non ci era mai accaduto di avere un allenamento così, quindi è stato davvero utile. Magari proveremo a far cantare il pubblico qualche canzone italiana anche nella prossima partita.”
Il tema predominante dell’incontro è però stata l’attenzione al mantenimento della concentrazione e di un buono stato mentale adesso che gli Azzurri hanno un turno di riposo e torneranno in campo soltanto il 20 settembre.
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“Ieri in una riunione ho detto alla squadra che staremo insieme 14 settimane, calcolando dall’inizio del primo ritiro di preparazione il 5 giugno. In un periodo così lungo, normalmente, ci sono periodi in cui si è un po’ meno felici di stare insieme, quindi è nostra responsabilità come allenatori e staff di assicurarci che i ragazzi mantengano i loro standard di comportamento e che noi siamo d’esempio nei loro confronti su come comportarsi” ha detto il tecnico degli avanti dell’Italia Andrea Moretti.
“La cosa più importante per noi è controllare quello che possiamo controllare. È questa la nostra mentalità, quella con la quale ci alleniamo, ci prepariamo: concentrarsi sul presente, perché quello lo possiamo controllare. Il futuro non si può. È un modo di vivere: quando lavoriamo, lavoriamo duro e quando abbiamo del tempo libero ce lo godiamo, dimentichiamoci del rugby.”
“Ci siamo presi del tempo per allontanare la testa dal rugby – racconta ancora Pettinelli – C’è chi ha giocato a golf, sfide tra squadra e allenatori, è stato divertente. Andrea non se la cava, Kieran è discreto ma Marius Goosen è il migliore. Non diteglielo, però.”
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