Lo racconta Marcelo Torrealba, uno dei volti della squadra cenerentola del mondiale, il Cile
“La Rugby World Cup è ancora meglio di tutto ciò che avevo sognato potesse essere. Sono stato all’edizione in Inghilterra nel 2015, a 19 anni, e non avrei mai immaginato di poter vivere qualcosa del genere. Qualificarsi era una cosa troppo lontana dalla realtà per il rugby cileno.”
Parole di Marcelo Torrealba, il mediano di mischia del Cile, entusiasta della sua prima presenza sul campo del mondiale nonostante la sconfitta nella partita d’esordio contro il Giappone.
“[Alla partita tra Cile e Giappone] c’erano la mia ragazza, i miei genitori, mia sorella, gli amici della scuola e i compagni di club. Abbiamo percepito una grandissimo sostegno, ci sono un sacco di cileni in Francia e ci hanno spinto molto. La gente è stata incredibile, questa è proprio una festa.”
Il fervore e l’eccitazione che traspaiono dalle parole del 27enne numero 9 che milita nei Selknam sono la migliore testimonianza di quello che significhi giocare il mondiale per una squadra come quella sudamericana.
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Torrealba ha raccontato che il frastuono dei tifosi a Tolosa era talmente grande che i giocatori faticavano a sentirsi tra loro in campo.
“Non avevamo mai giocato davanti a così tanta gente. Al massimo ci era successo di giocare in uno stadio con 15mila tifosi, a Tolosa ce n’erano 30mila. Il gioco va molto veloce, ci vuole così tanta concentrazione che poi non se ne hanno ricordi.”
“Ci sono però momenti molto forti che ci hanno fatto tornare alla mente tutto quello che abbiamo passato per essere qui: arrivare allo stadio, uscire sul campo davanti a così tanta gente, cantare l’inno, vedere i cileni cantarlo. E dopo la partita la felicità della gente, l’orgoglio che si percepiva tra i giocatori e tra il pubblico, è stato davvero appagante. Siamo stati capaci di uscire dal campo a testa alta. Ci siamo sempre detti di finire le partite senza benzina nel serbatoio e combattere fino alla fine e ci siamo riusciti.”
Ora per l’orgoglioso Cile è tempo di recuperare le energie e rimettersi al lavoro. Il 16 settembre si gioca a Bordeaux la sfida contro Samoa, un altro avversario durissimo contro il quale dimostrare di non essere in Francia solamente per partecipare.
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