Un match che presenta tante chiavi di lettura: dal punto d’incontro alla difesa in prima fase. L’imprevedibilità degli Azzurri in attacco può fare la differenza
Da adesso si fa sul serio: allo Stade de Nice comincia il trittico di partite che in 16 giorni che deciderà la Rugby World Cup 2023 dell’Italia. Si comincia con l’Uruguay, reduce da una sconfitta per 27-12 contro la Francia che comunque colpito gli addetti ai lavori per la consistenza della prestazione sudamericana, in particolare nel breakdown e nei movimenti in prima fase. La prestazione offerta contro i padroni di casa, unita al ricordo del test di Parma di 2 anni fa, quando i Teros rischiarono il colpaccio al Lanfranchi contro un’Italia appena presa in mano da Kieran Crowley, per molti ha rappresentato un campanello d’allarme per gli Azzurri, ma è stato lo stesso c.t. dell’Italia a smentire il tutto: “Non sono sorpreso della prestazione dell’Uruguay, hanno fatto un percorso importante. Santiago Arata è tra i migliori 9 del campionato francese e molti giocatori hanno già disputato una Coppa del Mondo”.
L’Uruguay e la battaglia nel punto d’incontro
Difficile pensare che gli Azzurri sottovalutino i Teros, che comunque hanno delle ottime armi a disposizione. La loro furia nel punto d’incontro potrebbe mettere in difficoltà un’Italia che non ha ancora risolto il problema del ritardo nei sostegni, che contro una formazione così battagliera potrebbe rappresentare un problema nel dare continuità ai tanti clean break dei trequarti italiani, che da un lato creano spazi ma dall’altro necessitano di un sostegno immediato per non rischiare di isolarsi e subire un turnover.
La difesa azzurra
Un altro aspetto fondamentale sarà la difesa da prima fase: l’Uruguay ha dimostrato di saper colpire con delle fiammate improvvise e letali da parte dei propri trequarti. Basta sbagliare un placcaggio e sono in grado di aprire un’autostrada. Se da un lato gli Azzurri potrebbero soffrire le improvvise fiammate sudamericane, dall’altro i Teros si sono spesso disuniti contro la Francia col passare delle fasi. Se non riescono subito a sfondare, fanno fatica contro una difesa ben schierata e capace di resistere molto tempo. L’Italia – per forza di cose, visto che gioca gran parte delle sue annate con il meglio del rugby mondiale – è in grado di difendere e con intensità per un numero molto elevato di fasi, e se gli Azzurri dovessero fatte tutto come si deve in difesa sarebbe difficile per gli uruguaiani trovare un piano B.
Leggi anche: Rugby World Cup 2023: dove e quando si vede Italia-Uruguay in tv e streaming
Le fasi statiche
Sulla rimessa laterale c’è invece un grosso punto interrogativo. Vero che gli uruguaiani hanno sbagliato tutto quello che si poteva sbagliare in touche, contro la Francia, ma non avevano German Kessler, tallonatore titolare e punto fermo della squadra. Con lui in campo, durante le Summer Series, l’Uruguay sbagliato solo 2 lanci su 22 totali. Numeri ben diversi da quelli visti contro la Francia. D’altro canto, l’Italia ha dimostrato di sapersi difendere bene in questo fondamentale, grazie a giocatori come Ruzza in grado di sporcare – o addirittura rubare – tanti palloni sui lanci avversari.
La mischia sarà un punto interrogativo: la prima linea dell’Uruguay è partita male, ha rimesso le cose a posto ed è sembrata addirittura superiore fino al 50′, poi con i cambi è definitivamente crollata. In ogni caso, però, una partita così nervosa in mischia ha tolto ritmo e certezze alla Francia, e dovranno essere brave le prime linee azzurre ad imporre fin da subito la propria superiorità per evitare che succeda anche a Nizza.
L’imprevedibilità in attacco
Per quanto aggressivi e passionali, gli uruguaiani qualche lacuna in difesa ce l’hanno eccome. Proprio per questo Crowley ha cambiato l’assetto del reparto arretrato, giocandosi la carta del doppio play 10-12 Allan-Garbisi, riportando Capuozzo estremo e schierando all’ala Lorenzo Pani, che in assenza di Padovani è sicuramente l’azzurro con la miglior gittata al piede in circolazione. I Teros hanno sofferto molto i calci di Jaminet, Hastoy e Lucu, e il trequarti delle Zebre potrebbe avere un ruolo fondamentale nel mettere nuovamente in difficoltà il loro triangolo allargato. Sarà importante, in questo senso, il ritmo che riuscirà ad imporre Alessandro Garbisi, forse la sorpresa del XV schierato da Crowley.
La panchina
In una partita così, gli 8 a disposizione a gara in corso assumono un ruolo fondamentale. Crowley ha detto di essere stato in dubbio fino all’ultimo su chi schierare davanti: alla fine ha preferito sacrificare un fetcher (probabilmente Zuliani) e partire dall’inizio con dei ballcarrier puri come Negri e Lorenzo Cannone, ma a gara in corso le cose potrebbero cambiare, tenendo conto che in panchina c’è anche Giovanni Pettinelli, perfetto per match nervosi e tirati come si prospetta quello di Nizza. La prima linea (Zani-Nemer-Ceccarelli) garantisce esperienza e affidabilità, e sulle qualità di Lamb c’è poco da discutere. Sui due trequarti: Fusco rappresenta il jolly da inserire a gara in corso per cambiare ritmo (e anche le carte in tavola, essendo un utility), mentre Odogwu dovrà dare fisicità e avanzamento quando la benzina inizierà a scarseggiare.
Aggiornamento: Luca Bigi fuori per un risentimento muscolare, al suo posto in panchina Ivan Nemer con il numero 17, mentre Federico Zani sarà il tallonatore di riserva con il numero 16.
Francesco Palma
Rugby World Cup: Le formazioni di Italia-Uruguay
Italia: 15 Ange Capuozzo, 14 Lorenzo Pani, 13 Juan Ignacio Brex, 12 Paolo Garbisi, 11 Montanna Ioane, 10 Tommaso Allan, 9 Alessandro Garbisi, 8 Lorenzo Cannone, 7 Michele Lamaro ©, 6 Sebastian Negri, 5 Federico Ruzza, 4 Niccolò Cannone, 3 Marco Riccioni, 2 Giacomo Nicotera, 1 Danilo Fischetti
A disposizione: 16 Federico Zani, 17 Ivan Nemer, 18 Pietro Ceccarelli, 19 Dino Lamb, 20 Manuel Zuliani, 21 Giovanni Pettinelli, 22 Alessandro Fusco, 23 Paolo Odogwu
Uruguay: 15 Baltazar Amaya, 14 Gaston Mieres, 13 Tomas Inciarte, 12 Andres Vilaseca, 11 Nicolas Freitas, 10 Felipe Etcheverry, 9 Santiago Arata, 8 Manuel Diana, 7 Santiago Civetta, 6 Manuel Ardao, 5 Manuel Leindekar, 4 Felipe Aliaga, 3 Ignacio Peculo, 2 German Kessler, 1 Mateo Sanguinetti
A disposizione: 16 Guillermo Pujadas, 17 Facundo Gattas, 18 Diego Arbelo, 19 Ignacio Dotti, 20 Carlos Deus, 21 Agustin Ormaechea, 22 Felipe Berchesi, 23 Bautista Basso
Cari Lettori,
OnRugby, da oltre 10 anni, Vi offre gratuitamente un’informazione puntuale e quotidiana sul mondo della palla ovale. Il nostro lavoro ha un costo che viene ripagato dalla pubblicità, in particolare quella personalizzata.
Quando Vi viene proposta l’informativa sul rilascio di cookie o tecnologie simili, Vi chiediamo di sostenerci dando il Vostro consenso.