L’allenatore della difesa della Nuova Zelanda ha dato la sua lettura della formazione azzurra
LIONE – Gli All Blacks sono tornati alla base. Dopo essere rimasti a Bordeaux per la settimana di pausa nel loro calendario della Rugby World Cup, la nazionale neozelandese ha ripreso il proprio lavoro di avvicinamento alla partita con l’Italia nel quartier generale di Lione, allenandosi in uno dei campi adiacenti allo Stade de Gerland, lo stadio del rugby del locale Lyon Olympique Universitaire, squadra di Top 14.
È toccato all’allenatore della difesa Scott MacLeod, 50 anni, dare una descrizione dettagliata dei prossimi avversari degli All Blacks nella sfida di venerdì 29 settembre: l’Italia di Kieran Crowley.
“Da quello che ho visto hanno molto evoluto il loro gioco offensivo. Nel Sei Nazioni hanno avuto il tempo più veloce di uscita del pallone dal punto d’incontro, meglio anche dell’Irlanda. Sanno a che gioco giocano e lo eseguono bene.”
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“Sono veramente cresciuti in termini di abilità individuali, in particolare nel passaggio e nelle linee di corsa – ha proseguito il tecnico – Sono in grado di fissare il difensore fino all’ultimo e sono abili nel giocare a ridosso della difesa con un passaggio dietro la schiena o al penetrante di fianco. Difendere contro di loro è piuttosto difficile, devi essere in grado di leggere bene quello che succede e muoverti rapidamente.”
“Sono bravi a muovere il pallone fino al lato, cercando di fare densità in mezzo al campo e poi portare l’ovale fuori, un po’ come fa la Francia. Sono minacce di cui siamo coscienti e abbiamo preparato un piano gara per combattere questi loro punti di forza.”
Inevitabilmente, come dimostrato dalla partita fra Italia e Uruguay, mettere pressione al punto d’incontro azzurro sarà una delle chiavi per non consentire agli Azzurri di giocare con la palla in mano.
“Ci siamo allenati molto sull’abilità del placcaggio e sull’altezza del placcaggio, per essere sicuri di uscire rapidamente dall’area del punto d’incontro. Il nostro secondo e magari terzo uomo coinvolto nell’area del contatto sarà incaricato di minacciare il possesso, o quantomeno rallentarlo, perché la rapidità del pallone è ciò di cui vive il loro attacco e ciò da cui prendono fiducia. E noi vogliamo toglierglielo.”
E sulla prospettiva di affrontare questa Irlanda vista contro il Sudafrica ai quarti di finale, McLeod ha dato una risposta eccentrica ma chiara: “A casa mia ho ratti e opossum e quindi so cos’è una trappola. So com’è fatta, so qual è il suo odore e questa mi sembra proprio una trappola.”
“Semplicemente, ci occupiamo di ciò che abbiamo di fronte. L’Italia è una squadra molto valida e se guardiamo troppo avanti e cominciamo a pensare agli altri ci sfilacciamo. Non ce lo possiamo permettere. Grazie per la trappola.”
Lorenzo Calamai
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