Fatta l’Italia per gli All Blacks. Crowley: “La storia è fatta per essere cambiata”, Lamaro: “Mettiamo la ciliegina sulla torta”

Il tecnico ha spiegato le sue scelte di formazione, il capitano ha applaudito i compagni e lanciato la sfida di venerdì

La conferenza stampa di Kieran Crowley e Michele Lamaro dopo l’annuncio della formazione di Italia-All Blacks. In foto: Michele Lamaro – ph. Sebastiano Pessina

LIONE – Kieran Crowley e Michele Lamaro hanno preso parte alla conferenza stampa nella pancia del Parc Olympique Lyonnais dopo l’annuncio della formazione azzurra per Italia-Nuova Zelanda, prevista per venerdì sera proprio sul prato dello stadio di Décines-Charpieu, uno dei municipi alla periferia della metropoli lionese.

“Chi è rimasto fuori è ovviamente deluso, ma questa è una partita internazionale, per giunta di una certa importanza, quindi questa è la formazione più forte che possiamo mettere in campo” ha commentato il capo allenatore degli Azzurri.

“Ci sono le statistiche, c’è il passato, c’è la storia. Ma la storia è fatta per essere sovvertita – ha dichiarato, poi, riferendosi allo sfavorevole bilancio di risultati fra le due nazionali in termini non solo di vittorie e sconfitte, ma anche di punteggi sempre molto distanti – Abbiamo una discreta idea di quello che dovremo affrontare. Saranno aggressivi, proveranno ad intimidirci, a bullizzarci. Dobbiamo accogliere la difficoltà della sfida e affrontarla, il gruppo di giocatori è maturo, è cresciuto tantissimo negli ultimi 18 mesi. Hanno fiducia in loro stessi, nelle loro abilità, hanno coraggio. Se sarà abbastanza lo scopriremo, sarà una battaglia. Tutto comincia lì davanti: la squadra i cui primi 5 uomini saranno in grado di imporsi renderanno la vita più facile agli altri.”

Passando poi più nello specifico a spiegare i motivi dei suoi due principali cambi, ovvero il ritorno alla formazione che aveva sfidato la Namibia in apertura della Rugby World Cup, Crowley ha detto: “Nel selezionare la squadra abbiamo pensato a ciò che è meglio per la partita e a quello che ci aspettiamo di affrontare.”

Leggi anche: Rugby World Cup: la formazione dell’Italia che sfida la Nuova Zelanda

“La Nuova Zelanda ha una rimessa laterale molto alta, con tre seconde linee di livello assoluto e potrebbero scegliere di schierarle tutte e tre insieme durante l’incontro spostandone una a numero 6. Fin qui hanno provato a contendere ogni rimessa laterale degli avversari. Da qui la scelta di schierare dall’inizio Dino [Lamb], che ci dà un’opzione in più in rimessa laterale sia in attacco che in difesa. È molto bravo a giocare la palla e come qualità fisiche è un po’ diverso da Niccolò Cannone, che sarà in panchina. Niccolò è più un giocatore fisico e intenso e potrà portare la sua energia nel finale di partita.”

“Luca [Morisi] porta la sua esperienza e le sue abilità in campo come numero 12, quando è sceso in campo ha giocato molto bene. Quella con lui e Nacho Brex è una combinazione consolidata in mezzo al campo, hanno giocato tanto insieme. Per il modo in cui pensiamo che giocheranno gli All Blacks abbiamo pensato che questa unità in mezzo al campo sia la cosa migliore.”

Il fatto che in molti diano all’Italia anche una sola possibilità di vittoria non è segno di una Nuova Zelanda in declino, secondo l’head coach: “La Nuova Zelanda non è più battibile che in passato. Devo ancora vedere dei cattivi All Blacks. Ma la verità è che al massimo livello il rugby è diventato molto più incerto perché ogni squadra è arrivata a beneficiare dei migliori metodi di allenamento, della miglior preparazione fisica e atletica, della miglior nutrizione e quindi tutto si è fatto più equilibrato, laddove una volta probabilmente gli All Blacks erano predominanti. Oggi nella singola partita chiunque può battere ogni altra squadra.”

Nel recente passato, Sudafrica, Francia e Irlanda sono riuscite a battere gli All Blacks con un piano di gioco piuttosto diverso rispetto a quello praticato usualmente dall’Italia. Eppure l’Italia va in campo per fare quello che ha sempre fatto fin qui, giocare un rugby intelligente: “Venerdì non usciremo in campo per cercare di tenere la partita a basso punteggio, usciamo per giocare – promette, battagliero, Crowley – Se altre squadre hanno battuto gli All Blacks con un piano di gioco diverso è perché ogni squadra mette in atto il piano più adatto alle proprie caratteristiche.”

“La Francia e il Sudafrica, ad esempio, sono squadre fisicamente enormi e da questa caratteristica elaborano i loro piani. Il loro modo di giocare non necessariamente si adatta bene a noi. Questo non significa che saremo stupidi e che giocheremo ogni singolo possesso, quando ci sarà da usare il piede lo faremo. Abbiamo pensato a come possiamo mettere sotto pressione la Nuova Zelanda e cercheremo di mettere in pratica le nostre idee.”

L’arringa finale tocca al capitano Michele Lamaro: “Il clima in squadra è magnifico. In particolare chi rimarrà fuori e non avrà la possibilità di giocare questa partita è stato eccellente in questi giorni. Il motivo per cui questo gruppo è così stretto e unito, infatti, è che ognuno vede costantemente tutti i compagni lavorare duramente, con grande dedizione per l’obiettivo collettivo di tutti e 33.”

“Abbiamo lavorato in questi ultimi anni per metterci in questa posizione. Non era scontato, le due partite passate non sono state facili, in particolare per questioni di pressione mentale. Ne siamo usciti nel migliore dei modi e adesso andiamo ad affrontare il periodo di questo torneo più bello, quello con le gare per cui lavoriamo, per cui facciamo questo sport. Vogliamo godercelo al massimo e sfruttare ogni singola opportunità. Dopo le prime due portate, questo è il dessert: ora vogliamo metterci la ciliegina.”

Lorenzo Calamai

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