Lo storico flanker azzurro alla Gazzetta dello Sport: “La Nuova Zelanda è tra le favorite per il Mondiale, ma gli Azzurri devono provare a sorprenderli”
Italia-All Blacks si avvicina: il 29 settembre si deciderà il Mondiale di entrambe, anche se gli Azzurri – sulla carta – potrebbero avere un’altra occasione contro la Francia. Per la Nuova Zelanda, invece, quella di Lione è una prova senza appello: perdere vorrebbe dire subire un’incredibile eliminazione al primo turno.
L’avvicinamento alla partita è stato diverso da quello che solitamente riguarda una sfida sulla carta impari come questa. Sono in tanti a crederci, tra questi Simone Favaro, terza linea azzurra dal 2009 al 2017, che alla Gazzetta dello Sport ha detto: “L’Italia deve crederci, questi All Blacks non sono imbattibili come un tempo e non sono quelli contro cui ho giocato io. Certo, sono comunque tra i favoriti del Mondiale, ma il divario si può colmare con il gioco, la voglia di combattere e raggiungere un traguardo storico”.
“La pressione è tutta sugli All Blacks, l’Italia deve solo dare il massimo. Poi chissà, la ruota gira… Anche se non dovesse arrivare una vittoria, credo che i tifosi sarebbero felici di vedere una squadra in grado di giocarsela con le più forti al mondo” ha aggiunto Favaro.
Secondo Favaro “l’Italia deve fare ciò che ha provato a fare l’Uruguay contro la Francia: sorprenderla nei propri punti di forza. I francesi non si aspettavano che i sudamericani li avrebbero sfidati sulla fisicità, dove si sentivano superiori. Ecco, l’Italia deve rispondere al fuoco con il fuoco, mantenendo l’identità di gioco che l’ha fatta crescere e l’ha portata fino a qui”.
“Diciamo che questi All Blacks sono più umani, quindi dobbiamo provare a sorprenderli. Nel rugby se hai la testa da un’altra parte anche solo per un attimo puoi farti male”.
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Favaro non nasconde che l’Italia abbia ancora dei difetti e dei problemi da risolvere: “Le difficoltà contro l’Uruguay sono arrivate più per demerito nostro che per merito loro, ma immaginavo che a un certo punto sarebbero crollati. Gli Azzurri erano superiori e alla fine lo hanno dimostrato, entrando in maniera completamente diversa nella ripresa, e il risultato si è visto”.
“I problemi di approccio nei primi tempi? Fanno parte di un normale processo di maturazione. Dobbiamo ricordarci che questa squadra è molto giovane ed è cresciuta senza l’aiuto di una ‘vecchia guardia’, ed è normale che ci possano essere delle difficoltà. A me questa Italia piace, c’è un gruppo forte e coeso, e potenzialmente può migliorare e diventare ancora più forte”
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