Rugby World Cup 2023: il XV della quarta giornata secondo OnRugby

I protagonisti del penultimo turno della fase a gironi

Jordie Barrett, uno dei migliori della quarta giornata della Rugby World Cup – ph. Sebastiano Pessina

La vittoria sudata dell’Uruguay, il Giappone che si infila nella corsa ai quarti di finale, gli All Blacks che demoliscono l’Italia. E poi ancora lo storico duello sudamericano tra Argentina e Cile, la Georgia che mette i bastoni tra le ruote alle Fiji, la Scozia che dilaga, il Portogallo che diverte anche perdendo con l’Australia e il Sudafrica che vince come atteso contro le Tonga.

Tutto questo e molto altro ancora è accaduto nella quarta giornata della Rugby World Cup 2023 in Francia.

Come ormai è tradizione dopo ogni giornata della fase a gironi, ecco un XV con i protagonisti che hanno meglio interpretato le rispettive sfide tra mercoledì e domenica.

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Rugby World Cup: il XV della quarta giornata

15 Lomano Lemeki – Giappone
Nella vittoria del Giappone sulle Samoa c’è lo zampino del 34enne Lemeki, alla prima da titolare dal due anni a questa parte. Non giocava dall’inizio da una gara contro l’Australia del 23 ottobre 2021. Forse non sarà più il giocatore brillante atleticamente di un tempo, ma pure appesantito e imbolsito, ha dato grande mostra di sé rivelandosi un incubo per la difesa samoana, con due break e cinque difensori battuti.

14 Darcy Graham – Scozia
Assolutamente imprendibile. È l’unica definizione possibile per questa assoluta macchina da mete capace di farsi sempre trovare pronto al momento giusto nel posto giusto, e abile poi nel muovere le gambe alla massima velocità e potenza per arrivare sempre oltre la linea bianca. Quattro mete contro la Romania nel largo trionfo della Scozia.

13 Tumua Manu – Samoa
Samoa è forse la squadra che gioca il peggior rugby offensivo del mondiale. Contro il Giappone le cose migliori si sono viste quando, a causa del cartellino rosso ricevuto da Ben Lam, hanno cessato di aderire a strutture di gioco rigide e sono semplicemente andati per linee dirette. A capitanare l’assalto all’arma bianca Tumua Manu, 10 cariche oltre la linea del vantaggio, 76 metri corsi, 2 breaks e 6 difensori battuti.

12 Jordie Barrett – Nuova Zelanda
La sua partita è durata 63 minuti e forse solo il quarto d’ora abbondante di riposo gli ha impedito di ricevere la palma come migliore in campo della pirotecnica vittoria degli All Blacks sull’Italia. Un’iradiddio a inizio gara: crosskick al bacio per Will Jordan, turnover nel punto d’incontro, calci di punizione potenti per risalire il campo. Un ritorno sulla scena da grande campione.

11 Raffaele Storti – Portogallo
Ha giocato con la maglia numero 14, ma impossibile non metterlo in campo dopo un’altra gara da protagonista. I lusitani hanno perso nettamente contro l’Australia (forse con un punteggio più stretto del previsto), ma hanno ancora una volta mostrato le meraviglie del loro triangolo allargato. Storti ha battuto 9 difensori, una cifra da capogiro.

10 Nicolas Sanchez – Argentina
Ci tiene Nicolas Sanchez a finire la carriera alla grande. Ha 34 anni, è al quarto mondiale e contro il Cile ha tagliato il traguardo delle 100 presenze in nazionale, secondo solo a Agustin Creevy. È di gran lunga il miglior marcatore della storia del rugby argentino, anche grazie al contributo dei 20 punti segnati ai cugini latinoamericani sabato pomeriggio, in una prestazione totale come non gli si vedeva fare da tempo. Citazione per l’uruguaiano Felipe Etcheverry, unico giocatore del torneo ad aver dispensato oltre il 50% degli assist della propria squadra.

9 Aaron Smith – Nuova Zelanda
Tre mete in 17 minuti e un controllo totale sulla partita per il mediano di mischia degli All Blacks. Certo il dominio totale del suo pack ha inciso sulla sua prestazione, ma la sua eccellenza stilistica e tecnica e la sua concentrazione quasi mistica gli hanno permesso di offrire il meglio di sé.

8 Raimundo Martinez – Cile
Il Cile ha terminato la propria prima Rugby World Cup nella storia. Lo ha fatto con una sconfitta piena d’orgoglio, in cui ha rifiutato di cedere di schianto a un’Argentina molto più prestante fisicamente. Non si è tirato indietro una delle più liete notizie del mondiale dei Condores, il numero 8 Raimundo Martinez, che con 20 placcaggi e 2 turnovers offre una gran prestazione difensiva ai suoi. Numeri clamorosi, ma dall’altra parte della medaglia, per Ardie Savea, eletto man of the match di Italia-Nuova Zelanda.

7 Levani Botia – Fiji
Se c’è una ragione per la quale le Fiji non sono affondate, ma hanno anzi vinto nonostante la brutta prestazione di fronte alla Georgia, gran parte del merito è di questo signore con i baffi. Un incubo continuo al breakdown e un portatore sensazionale, come dimostrato nell’azione decisiva della gara, dove impegna 5 difensori avversari e riesce comunque a regalare un confetto di offload al compagno per segnare. Stupisce ancora Nicolas Martins del Portogallo, mentre Sione Talitui fa scorpacciata di placcaggi in Sudafrica-Tonga.

6 Mikheil Gachechiladze – Georgia
Compirà 33 anni il prossimo 24 dicembre questo flanker georgiano sconosciuto ai più, una carriera tra le serie minori francesi e la Russia, tornato in patria solo nel corso dell’ultima stagione. Di certo, un giocatore che sa cogliere la propria occasione: alla prima presenza in una Rugby World Cup, Gachechiladze si è sparato lo strabiliante numero di 25 placcaggi contro le Fiji, aggiungendoci anche 2 palloni recuperati nel punto d’incontro.

5 Marvin Orie – Sudafrica
Orie lo sa di non avere il talento fisico, atletico e tecnico di Eben Etzebeth, RG Snyman e Franco Mostert, ma sa anche di non essere un giocatore da strapazzo. E allora si mette al servizio della squadra e contribuisce con il lavoro che non tutti hanno visto alla netta affermazione dei suoi. 12 placcaggi, il migliore dei suoi con Siya Kolisi, una rimessa laterale rubata, principale destinatario delle proprie (8 touche vinte), spesso coinvolto negli interventi sul punto d’incontro.

4 Brodie Retallick – Nuova Zelanda
Gli All Blacks hanno devastato la rimessa laterale azzurra, ma dove Retallick (2 rubate per lui) è stato più incisivo è stato nelle situazioni di portatore di palla. La qualità delle sue abilità manuali gli permette infatti di mantenere aperta fino all’ultimo la possibilità di offrire un passaggio a un compagno oppure proporsi in prima persona. 10 i passaggi alla fine dell’incontro.

3 Ben Tameifuna – Tonga
Grande partita del gigantesco pilone, a segno in Sudafrica-Tonga di domenica sera. Secondo per difensori battuti nel match (4), statistica di rilievo quasi mai associata alle prime linee. Cinquantacinque minuti al massimo livello possibile, mettendoci dentro 13 cariche palla in mano, un record per questa edizione della Rugby World Cup.

2 Agustin Creevy – Argentina
Venti metri percorsi palla in mano, 4 difensori battuti e una meta per suggellare la presenza numero 104 con la maglia dei Pumas. Un giorno speciale per un giocatore che forse non vestirà più la maglia numero 2 della nazionale di cui è il recordman di presenze. Bella partita anche di Deon Fourie per il Sudafrica.

1 Angus Bell – Australia
Non ci sono molti giocatori in questo momento in grado di fare costantemente bene con un Wallaby cucito sul petto. Angus Bell, però, è uno dei pochi. A 23 anni appena compiuti il pilone sinistro della nazionale australiana continua a convincere partita dopo partita e a sembrare sempre di più un giocatore destinato ad avere l’1 sulle spalle per molto tempo.

Lorenzo Calamai

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