Tanto lavoro da fare per la commissione discplinare, alle prese con i cartellini rossi ricevuti dall’ala samoana e dal pilone namibiano
Tanto il lavoro da fare per la commissione disciplinare della Rugby World Cup dopo i cartellini rossi arrivati nel quarto turno giocato pochi giorni fa. Sono due i giocatori squalificati, il più importante dei quali è sicuramente Ben Lam. L’ala di Samoa, espulsa per un placcaggio pericoloso durante la sfida con il Giappone, è stato fermato per tre partite. Sanzione dimezzata dalle sei iniziali grazie a tutta una serie di attenuanti, compresa l’ammissione da parte di Ben Lam, e che dunque lo costringerà a rimanere fuori per quasi un mese. In particolare non potrà scendere in campo durante Samoa-Inghilterra, valida per l’ultima giornata della Rugby World Cup e poi eventualmente per quarti e semifinali della sua nazionale in caso di (improbabile) passaggio del turno. Altrimenti la squalifica sarà scontata nel Top14, quindi il trequarti del Montpellier salterà le partite contro Racing 92 (29 ottobre) e Bordeaux (4 novembre).
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Situazione simile per Desiderius Sethie, pilone della Namibia espulso durante la sconfitta dei suoi contro l’Uruguay. Anche qui il placcaggio pericoloso avrebbe portato a uno stop di sei partite ma, considerati i fattori attenuanti tra cui l’ammissione di antigioco, il fatto che si trattasse del primo rosso e i precedenti, la sanzione è stata ridotta a tre partite. La Rugby World Cup della Namibia si è conclusa, dunque Sethie dovrà saltare i match del suo club una volta che avrà trovato squadra.
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