Pumas indisciplinati e con una cilindrata semplicemente inferiore agli avversari. Will Jordan a quota 31 mete in 30 partite
SAINT-DENIS – In uno Stade de France piatto e mogio, animato solo dall’entusiasmo sparuto dei gruppuscoli di sostenitori delle due squadre in campo, gli All Blacks hanno avuto la meglio sull’Argentina per 6-44 nella prima semifinale della Rugby World Cup.
La Nuova Zelanda è dunque la prima finalista al termine di 80 minuti dove l’Argentina ha lottato, ma oltre a dimostrarsi di un livello generale inferiore agli avversari ha anche commesso qualche errore di troppo, in particolare sotto l’aspetto della disciplina.
Dall’altra parte sono bastati degli All Blacks cinici, chirurgici per ottenere il risultato desiderato. Non esagerati come nel quarto contro l’Irlanda, ma precisi in attacco e durissimi in difesa, dove hanno chiuso con 121 placcaggi il solo primo tempo.
I Pumas erano partiti bene, monopolizzando il gioco nei primi 4 minuti. Lo stadio rispondeva intonando una malinconica Marsigliese, esprimendo il desiderio del pubblico francese di esserci. Dalla piazzola Emiliano Boffelli ha segnato i primi 3 punti dell’incontro.
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La risposta degli All Blacks è arrivata con un micidiale uno-due: all’undicesimo il solito Will Jordan timbra il cartellino dopo un solido avanzamento del drive da rimessa laterale; cinque minuti dopo Jordie Barrett chiude con solidità impressionante una grandissima azione corale, dove toccano il pallone con grande proprietà tecnica tanti giocatori del pack, iniziata con da un break di Rieko Ioane.
I sudamericani hanno un sussulto al 34′, quando portano il pallone con insistenza fino alla linea di meta avversaria, ma non riescono a segnare. Sul calcio di punizione che ne scaturisce gli argentini optano per i 3 punti, andando sul 12-6, ma l’impressione è che per mettere pressione sull’incontro avrebbero dovuto cercare la meta.
Tant’è che gli All Blacks segnano due volte nei 6 minuti seguenti: piazzato di Mo’unga da posizione centrale e meta a tempo scaduto di Frizell sull’out di sinistra dopo una penetrazione di un imprendibile Mark Telea.
Al riposo sul 20-6 la sensazione è che la gara sia già ipotecata. Un sentore che diventa sentenza in apertura di ripresa: Aaron Smith si prende gioco di Gonzalo Bertranou e altri due difensori al 42′, poi Frizell segna la doppietta personale da distanza ravvicinata al 48′.
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L’ultima mezz’ora è pura accademia. L’Argentina ha qualche fiammata di orgoglio, gli All Blacks tolgono dal campo i giocatori da conservare e il piede dall’acceleratore. Will Jordan segna la personale doppietta al 63′ e sale in cattedra con una meta di pura individualità al 730, portandosi a quota 31 mete in 30 partite, mentre nel frattempo Scott Barrett si prende un cartellino giallo per un fallo professionale talmente stupido e gratuito da far pensare abbia voglia di riposarsi.
Se proprio si vuol trovare un difetto alla nottata trionfale dei neozelandesi, è l’imprecisione ai pali di Richie Mo’unga, che chiude con un magro 50%. Ai Pumas di Cheika il merito di aver raggiunto una semifinale mondiale che era nelle carte prima del mondiale, ma che era diventata un miraggio dopo l’esordio contro l’Inghilterra. Il pubblico argentino ha riconosciuto lo sforzo prodotto e applaudito i propri giocatori al termine dell’incontro, con Facundo Isa e Juan Martin Gonzalez che hanno meritato una particolare lode per quanto profuso.
In definitiva, però, gli All Blacks hanno dominato su tutti i fronti, validando la previsione della vigilia: c’è un sostanziale divario fra una delle prime quattro squadre del mondo e il resto della top 10. Palla a Sudafrica e Inghilterra per confermare o ribaltare l’assioma.
Lorenzo Calamai
Argentina: 15 Juan Cruz Mallia, 14 Emiliano Boffelli, 13 Lucio Cinti, 12 Santiago Chocobares, 11 Mateo Carreras, 10 Santiago Carreras, 9 Gonzalo Bertranou, 8 Facundo Isa, 7 Marcos Kremer, 6 Juan Martin Gonzalez, 5 Tomas Lavanini, 4 Guido Petti, 3 Francisco Gómez Kodela, 2 Julián Montoya (c), 1 Thomas Gallo
A disposizione: 16 Agustín Creevy, 17 Joel Sclavi, 18 Eduardo Bello, 19 Matias Alemanno, 20 Rodrigo Bruni, 21 Lautaro Bazan Velez, 22 Nicolas Sanchez, 23 Matías Moroni
Marcatori Argentina
Mete:
Trasformazioni:
Calci di punizione: Boffelli (4, 34)
Nuova Zelanda: 15 Beauden Barrett, 14 Will Jordan, 13 Rieko Ioane, 12 Jordie Barrett, 11 Mark Telea, 10 Richie Mo’unga, 9 Aaron Smith, 8 Ardie Savea, 7 Sam Cane (c), 6 Shannon Frizell, 5 Scott Barrett, 4 Sam Whitelock, 3 Tyrel Lomax, 2 Codie Taylor, 1 Ethan de Groot
A disposizione: 16 Samisoni Taukei’aho, 17 Tamaiti Williams, 18 Fletcher Newell, 19 Brodie Retallick, 20 Dalton Papali’i, 21 Finlay Christie, 22 Damian McKenzie, 23 Anton Lienert-Brown
Marcatori Nuova Zelanda
Mete: Jordan (11, 63, 73), J. Barrett (16), Frizell (40, 48), Smith (42)
Trasformazioni: Mo’unga (11, 42, 48)
Calci di punizione: Mo’unga (37)
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