Spesso considerato nell’ombra di Rassie Erasmus, il coach sudafricano gode di grande stima da parte del capitano
La finale della Rugby World Cup tra Nuova Zelanda e Sudafrica sarà l’ultimo atto della carriera di moltissimi atleti di grande classe, arrivati ormai alla fine del loro percorso internazionale.
Il Sudafrica però saluterà soprattutto il suo allenatore Jacques Nienaber che lascerà la guida degli Springboks per approdare in Irlanda nello staff del Leinster.
Un addio particolare, perchè arriva da parte di un coach che spesso è stato tacciato di rimanere un po’ troppo all’ombra di Rassie Erasmus, da molti considerato il vero timoniere della squadra sotto le mentite spoglie del Director of Rugby.
Ad allontare queste illazioni è stato Siya Kolisi, capitano e anima della squadra sudafricana, che ha dato credito alle qualità tecniche ed umane dell’ex assistant coach degli Stormers e del Munster.
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Il tributo di Siya Kolisi a Jacques Nienaber
“Mi è piaciuto ogni singolo anno in cui ho lavorato con lui. Anche i momenti difficili, quando mi ha chiamato fuori dalla squadra. Lui è sempre onesto. Non riesco a spiegare quanto mi sia piaciuto.”
Così ha esordito Siya Kolisi, facendo riferimento anche al suo impiego che nel corso del mondiale è stato parziale per scelta tecnica. Una decisione vissuta positivamente. Poi ha proseguito:
“È così speciale essere conosciuti come una persona non solo come un oggetto o un giocatore di rugby. Questo è ciò che lui porta a questa squadra. E poi permette alle famiglie di essere al seguito, ama vedere i nostri figli correre in giro. So che ad alcune squadre non è permesso avere famiglie durente le competizioni, ma questo è ciò che crea, quell’ambiente familiare. Per questa ragione posso andare a dargli tutto sul campo perché si preoccupa della persona, si preoccupa di Siya che viene dalla borgata.”
Il forte legame dai tempi di Western Province
“Avevo 18 anni. Sono stato contratto dai Cheethas e poi sono riuscito ad andare a Western Province- spiega ancora il flanker degli Springboks – è stato allora che ho incontrato Jacques”, ha spiegato Kolisi. “Lui e Rassie Erasmsus venivano all’istituto, la Western Province Academy. È qui che nato il nostro legame come gruppo. Ogni volta che venivano l’allenamento era intenso, all’inizio no riuscivo ad affrontarlo. L’ho conosciuto allora e poi è diventato il mio allenatore senior. Una cosa che amo di lui è che va molto più in profondità di quello che sta succedendo sul campo. Lui e Rassie amano il paese, il dettaglio che Jacques mette nel lavoro rende la vita molto più facile. È un allenatore speciale.
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