Sudamericani e britannici a caccia del terzo posto. Più novità di formazione per Borthwick, Cheika punta sui soliti noti tra cui Gallo del Benetton
Rugby World Cup: la preview di Argentina-Inghilterra. PH Sebastiano Pessina
Argentina-Inghilterra è la partita che nessuno vuole giocare ma, a questo punto, tutti vogliono vincere alla Rugby World Cup 2023. Dopo essere arrivate, in modi diversi, a un passo dal sogno della finale le due squadre si trovano contro venerdì nel match per la medaglia di bronzo iridata, un traguardo che i Pumas hanno sognato di evitare solo prima del calcio d’inizio contro gli All Blacks mentre per gli inglesi sembrava poter diventare realtà prima della tremenda rimonta degli Springboks. Si gioca alle 21.00 di venerdì 27 ottobre.
A questo punto però né i sudamericani né gli europei vorranno cedere il passo, visto che comunque un terzo posto mondiale è tutto tranne che da buttare considerando anche che, per il rugby argentino, lo stesso traguardo ottenuto nel 2007 diede il là all’esplosione della palla ovale nel paese. Si gioca alle 21 allo Stade de France di Parigi e si trovano di fronte due squadre che, per motivi anche extra sportivi, sono clamorosamente rivali sotto ogni punto di vista. Per qualcuno sarà l’ultimo ballo a livello internazionale, per qualcun altro magari può diventare il trampolino di lancio, nessuno sicuramente ci starà a mollare di un centimetro.
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Il fresco precedente (successo inglese 27-10 nella prima giornata della fase a gironi) conta solo per la citazione, anche se Michael Cheika infatti schiera 19 dei 23 protagonisti di quella sfida scegliendo tanti titolarissimi, mentre Steve Borthwick mischia in maniera importante il suo mazzo e cambia molti dei giocatori che tanto bene hanno fatto nella semifinale contro il Sudafrica. Che tipo di partita potrà essere? Un match nel quale il pallone volerà tanto, tantissimo per via dei calci che verosimilmente gli inglesi spareranno nel campo avversario, chiamando i sudamericani a intervenire in maniera corretta per salvare possesso e territorio. Sudamericani che, soprattutto contro il Galles, hanno fatto vedere di possedere un buon gioco multifase e soprattutto di non arrendersi mai finché la partita non è di fatto chiusa.
A livello di singoli non si può non parlare di un Thomas Gallo che è stato capace nell’ultimo periodo di mettere insieme una crescita verticale, dimostrandosi uno dei migliori specialisti del ruolo di pilone sinistro. Soprattutto in campo aperto il giocatore del Benetton sa fare la differenza, ma anche a livello difensivo con i suoi 19 placcaggi viaggia su medie di qualità. Bene per la franchigia di Treviso quindi, che si ritroverà un talento esploso a disposizione. Proprio lo stesso onore che si riservava a Sam Underhill, terza linea inglese decisivo nella cavalcata di quattro anni fa terminata al cospetto del Sudafrica in finale. Da allora tanti infortuni, questa sera il numero 7 torna titolare per la prima volta in questa Rugby World Cup.
Ultimo giro di giostra per Ben Youngs, arrivato a quota 127 caps e pronto ad affiancare Courtney Lawes tra gli “ex internazionali”, mentre dall’altra parte è difficile pensare che continueranno a vestire la maglia dei Pumas Creevy e Sanchez, due pilastri dei successi argentini negli ultimi anni ormai avanti con l’età. Insomma è una finale che racchiude tanti significati: ci sono da salutare diversi campioni ma anche da vincere una medaglia pesante.
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Sono 25 i precedenti prima di oggi, 19 dei quali vinti dagli inglesi mentre i sudamericani ne hanno fatti loro 5. C’è anche un pareggio, in una tendenza che ha visto i Pumas sconfitti in nove delle ultime dieci partite con il solo successo del 2022 a Londra. In chiusura del lato statistico, se l’Argentina è già arrivata terza alla Rugby World Cup (2007) mai lo stesso traguardo è toccato all’Inghilterra con i bianchi che oltre alla vittoria del 2003 hanno i secondi posti del 1991, 2007 e 2019 oltre al quarto del 1995.
Rugby World Cup: le formazioni di Argentina-Inghilterra
Argentina: 15 Juan Cruz Mallia, 14 Emiliano Boffelli, 13 Lucio Cinti, 12 Jeronimo de la Fuente, 11 Mateo Carreras, 10 Santiago Carreras, 9 Tomas Cubelli, 8 Facundo Isa, 7 Marcos Kremer, 6 Juan Martin Gonzalez, 5 Pedro Rubiolo, 4 Guido Petti, 3 Francisco Gómez Kodela, 2 Julian Montoya (c), 1 Thomas Gallo
A disposizione: 16 Agustín Creevy, 17 Joel Sclavi, 18 Eduardo Bello, 19 Matias Alemanno, 20 Rodrigo Bruni, 21 Lautaro Bazan Velez, 22 Nicolas Sanchez, 23 Matías Moroni
Inghilterra: 15 Marcus Smith, 14 Freddie Steward, 13 Joe Marchant, 12 Manu Tuilagi, 11 Henry Arundell, 10 Owen Farrell (c), 9 Ben Youngs, 8 Ben Earl, 7 Sam Underhill, 6 Tom Curry, 5 Ollie Chessum, 4 Maro Itoje, 3 Will Stuart, 2 Theo Dan, 1 Ellis Genge
A disposizione: 16 Jamie George, 17 Bevan Rodd, 18 Dan Cole, 19 David Ribbans, 20 Lewis Ludlam, 21 Danny Care, 22 George Ford, 23 Ollie Lawrence
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