Il tecnico a fine partita: “Non siamo dei geni, abbiamo solo una grande profondità che ci permette di fare scelte fuori dal normale”. E il capitano Kolisi fa i complimenti agli All Blacks
È la notte del trionfo: il Sudafrica vince il quarto Mondiale della sua storia, il secondo consecutivo, battendo gli All Blacks 12-11 dopo una partita tiratissima. È stata anche l’ultima partita di Jacques Nienaber sulla panchina del Sudafrica: il tecnico ha alzato la sua seconda Coppa del Mondo, la prima da assistente, questa da capo allenatore.
Sudafrica, Nienaber: “Lavoravamo dal 2018. Il Mondiale 2019 saltato fuori lungo il percorso”
“È dal 2018 che pensiamo di avere le capacità per vincere la Coppa del Mondo 2023 e lavoriamo per questo. Il successo del 2019 è stato qualcosa che è saltato fuori lungo il percorso. La prima parola che mi viene in mente? Sollievo. Come gruppo di gestione e leadership abbiamo sempre pensato ‘non possiamo rovinare tutto’. Abbiamo 62 milioni di persone che ci seguivano, vorrei potervi mostrare la quantità di messaggi che abbiamo ricevuto e cosa sta succedendo in Sudafrica” ha detto Nienaber.
Leggi anche: All Blacks, Sam Cane: “Mi porterò dietro questo rosso per tutta la vita”
“Ci sono persone che si sono unite, hanno aperto degli spazi per consentire alle persone di guardare la partita. La gente ha comprato magliette verdi per tutti. Abbiamo sentito ogni singola energia arrivata nelle ultime 3 partite, tutte vinte per un punto”.
Nienaber: “Probabilmente Libbok e Reinach meritavano di giocare”
Passando poi alle domande tecniche, Nienaber ha parlato delle scelte più discusse nel prepartita, come il 7+1 che ha escluso giocatori importanti come Libbok e Reinach dalla partita: “Probabilmente Manie e Cobus meritavano di giocare questa partita, abbiamo 33 giocatori fortissimi, ma non sempre sono i più giusti per un tipo di partita. Quando adottiamo una strategia e la spieghiamo, i ragazzi la accettano. Non sto dicendo che siamo dei geni, cerchiamo solo di usare la profondità che abbiamo, e avere dei giocatori tutti vicini tra loro come qualità ma diversi come caratteristiche ci dà la possibilità di fare delle scelte un po’ diverse dal solito. Non c’è nulla di geniale, abbiamo solo giocatori che ci permettono di avere visioni tattiche diverse”.
“Abbiamo tutti le nostre famiglie con noi, e capisco che la fidanzata di Manie o la moglie di Cobus abbiano ricevuto una delusione all’annuncio della formazione, ma nel giro di 2 o 3 ore tutti accettano il loro ruolo. Manie Libbok è stato il miglior Richie Mo’Unga che potevamo avere in allenamento questa settimana, e Cobus Reinach ci ha aiutati a studiare Aaron Smith. Questa è la forza del gruppo: ci sono 33 giocatori che non hanno ego e credono davvero in quello che fanno” ha proseguito il tecnico.
“Abbiamo con noi anche tutte le nostre famiglie e i nostri bambini. Quindi il fidanzato di Manie, la moglie di Cobus, devono mettere insieme i pezzi perché sono delusi. Ma nel giro di due o tre ore accettano il loro ruolo. Manie è stato il miglior Richie Mo’unga che avrebbe potuto essere questa settimana. Lo studiò, i suoi manierismi. Cobus studiò Aaron Smith. Questa è la forza del gruppo, ci sono 33 giocatori che non hanno ego e ci credono”.
Sull’infortunio di Mbonambi: “Se prima della partita mi aveste chiesto quali infortuni non avremmo voluto, avremmo risposto Mbongi e Faf de Klerk. Ma questa è la decisione che abbiamo preso con la squadra che abbiamo selezionato, c’erano dei rischi. Non so quante rimesse laterali abbiamo perso, ma con Deon Fourie, se ci sono forse 16 rimesse laterali in una partita, ci sono 120, 150 ruck in una partita e lui effettua 20 placcaggi a partita. A 37 anni, fare una partita del genere è speciale”. Sui 28 placcaggi di Pieter-Steph du Toit: “Fenomenale. Scherzo sempre dicendo che se ci fosse un sacchetto di plastica bianca che vola sul campo, probabilmente inseguirebbe anche quello. Era una macchina”.
Sudafrica, Du Toit: “Un po’ ci piace il dramma”. Kolisi: “Complimenti agli All Blacks”
Proprio du Toit ha scherzato a fine partita sulle 3 vittorie di un punto ottenute contro Francia, Inghilterra e All Blacks: “Evidentemente ci piace il dramma – dice ridendo – Abbiamo avuto tanti problemi negli ultimi anni, e superarli ci ha aiutati molto. Il modo in cui abbiamo affrontato queste partite dimostra la nostra resilienza e quella di tutto il Sudafrica”. Commosso, nel post partita, anche il capitano Siya Kolisi: “Non parliamo soltanto di una partita, ma di un intero Paese che ci ha spinti, dei 62 milioni di sudafricani che hanno fatto il tifo per noi. Se giochiamo insieme e combattiamo insieme, tutto è possibile. Devo fare i complimenti agli All Blacks, con un uomo in meno hanno giocato una partita incredibile e questo dimostra la grande squadra che sono”.
Cari Lettori,
OnRugby, da oltre 10 anni, Vi offre gratuitamente un’informazione puntuale e quotidiana sul mondo della palla ovale. Il nostro lavoro ha un costo che viene ripagato dalla pubblicità, in particolare quella personalizzata.
Quando Vi viene proposta l’informativa sul rilascio di cookie o tecnologie simili, Vi chiediamo di sostenerci dando il Vostro consenso.