L’ex allenatore degli All Blacks ha dato la sua opinione sull’utilizzo dello strumento arbitrale
Uno Steve Hansen al vetriolo. L’ex allenatore degli All Blacks, con cui ha vinto la Rugby World Cup nel 2015, non le ha infatti mandate a dire. Argomento di discussione: l’uso del TMO e del Bunker nel rugby moderno.
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Steve Hansen: “E’ tempo di rivedere l’uso del TMO. E’ troppo invadente”
In un talk show andato in onda su Sky Sport New Zeland, Hansen ha detto: “L’arbitraggio di Barnes? Per me in finale il problema non è stato lui – ha detto seccamente – l’aspetto disturbante è stato il fatto di vedere una gara arbitrata in base ai replay”.
Poi ha aggiunto: “L’uso del TMO va rivisto. E’ troppo invadente: è uno strumento utile, che va conservato, ma solo per decidere se le mete segnate solo regolari o irregolari”.
Sul Bunker: “C’è ancora tanto da imparare sull’utilizzo del Bunker, da chi l’ha introdotto per primo. L’arbitro sembra che non abbia più controllo sul gioco e inoltre stiamo “creando” delle gare stop & go, col risultato di annoiare il pubblico”.
In generale: “Tutti gli strumenti arbitrali vanno bene, ma devono entrare a fare la loro parte, quando l’arbitro sbaglia o manca qualcosa o delle decisioni, non quando ha valutato e le ha prese. Non c’è coerenza, perché si toglie la dinamica e il buon senso: è questo che va capito”.
Parole dure, che fanno eco a quelle dette da Ian Foster in conferenza stampa al termine della finalissima contro gli Springboks: “Finiamo una finale dove ci sono stati alcuni problemi da risolvere non dipendenti da noi (dice rivolgendosi all’arbitraggio generale, ndr). Certo, se si guarda agli episodi di Cane e Kolisi si pensa che le cose ci siano andate contro, però sappiamo che ci sono degli aspetti che non si possono controllare. Al TMO abbiamo trovato gli stessi arbitri della serie dell’anno scorso contro l’Irlanda, dove ci furono alcune decisioni strane, quindi non ci saremmo aspettati nulla di diverso”.
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