L’estremo toscano spiega l’importanza del lavoro dello staff su questa area specifica
Le Zebre che si preparano ad affrontare i Bulls (sabato ore 14.00 diretta TV su Sky Sport Arena) arrivano alla sfida con i forti sudafricani con 4 punti in classifica.
Non il massimo della posta dopo due partite in cui il sogno della vittoria è stato solo accarezzato, ma una buona base su cui ripartire per una rinnovata competitività.
Come già evidenziato nel recente passato, la squadra allenata da Fabio Roselli ha fatto vedere di essere particolarmente vivace in attacco e rivedibile in difesa.
Tra i giocatori che più si sono messi in mostra c’è Lorenzo Pani, apparso molto autorevole nel ruolo di estremo, soprattutto nel gioco al piede.
Zebre, Lorenzo Pani: “Uso del piede fondamentale per togliere pressione e attaccare”
Intervistato dalla Gazzetta di Parma, il trequarti della franchigia ducale ha spiegato quanto questo aspetto specifico sia al centro della proposta tecnica del nuovo assistente Richard Hodges.
“Con Richard stiamo rivedendo tutte le strategie, io mi trovo molto bene. Il mercoledì che è il giorno libero andiamo al campo a calciare e dedicarsi solo a quello in un giorno ti dà più confidenza.”
Lo si è visto proprio a Swansea la settimana scorsa, quando Lorenzo Pani ha realizzato un 50/22 di pregevole fattura e in generale ha dimostrato di avere ottima qualità nell’esecuzione dei calci di spostamento.
“A me piace l’uso del piede, con la nazionale under 20 lo usavo spesso – ha proseguito Pani – è sempre stato, forse, il mio punto forte. Mi alleno tanto perchè mi appassiona. Nel rugby di oggi è fondamentale sia per togliersi la pressione e metterla agli altri che per torvare soluzioni d’attacco.”
La sfida ai Bulls e l’esperienza in Azzurro
“Coi Bulls sarà impegnativo, i sudafricani fisicamente sono fortissimi, poi dovremo dosare bene i calci e trovare la touche perchè se hanno spazio per contrattaccare sanno farti male.” Ha dichiarato a proposito del match del Lanfranchi.
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Poi, a proposito della crescita degli ultimi mesi: “Stare in quel gruppo (la nazionale italiana) ti dà confidenza, ti alleni con gente che gioca all’estero o ha 80 caps tipo Allan e impari tanto; ecco da Allan ho acquisito molto. Giocare contro le prime nazionale al mondo è una bella scuola: mi ha fatto bene e mi sento più sicuro.”
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