Il dirigente biancoverde analizza il momento dei Leoni dentro e fuori dal campo parlando degli obiettivi che la società vuole raggiungere
L’inizio di stagione del Benetton è stato super sotto molti punti di vista. Ci sono quelli legati al campo, con tre vittorie e un pareggio oltre a tante belle prestazioni individuali, ma anche alla tribuna. Le tre partite casalinghe (consecutive) contro Munster, Lions e Stormers hanno infatti visto i tifosi riempire lo stadio di Monigo fino al sold out. Per tre volte 5.000 posti tutti occupati, che poi diventano cinque considerando ottavi e quarti di Challenge Cup della scorsa stagione. A parlare del momento biancoverde è il direttore generale biancoverde Antonio Pavanello, che a OnRugby spiega il modo in cui sta operando la società.
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Antonio Pavanello, iniziamo dai risultati ottenuti in campo. Vi aspettavate di essere imbattuti dopo quattro giornate? Che bilancio si può fare di queste prime partite?
“Il bilancio non può che essere positivo visti i risultati ottenuti, inutile dire però che ci siano tanti aspetti sul quale continuare a lavorare e migliorare. Con onestà posso ammettere che un po’ ce lo aspettavamo: indipendentemente dal valore delle avversarie sapevamo di aver costruito una squadra molto attrezzata, con innesti di livello. Durante la lunghissima preparazione estiva poi abbiamo visto tanti giocatori crescere molto e, integrandoli con uno staff di qualità come il nostro, questo è il risultato”.
Ora arrivano le trasferte di Glasgow ed Edimburgo, due sfide molto dure su campi difficili. Cosa vi aspettate?
“Di capire ancora meglio qual è il livello che possiamo raggiungere. Andiamo a sfidare due squadre molto organizzate con stranieri forti e che ci aspettano al varco. Le partite in Scozia, così come quelle a Galway e Belfast, sono anche particolarmente dure dal punto di vista atmosferico perché il freddo è tanto e le condizioni atmosferiche possono diventare un fattore. Riteniamo però che la squadra abbia tutto per fare bene, la rosa a disposizione degli allenatori è ampia e ci sono già delle idee su come gestire lo sforzo in queste due settimane. Tengo a dire comunque che sinora nessuno ci ha regalato nulla, queste prime quattro partite sono state delle vere battaglie nelle quali è servito giocare sempre al massimo per mantenere l’imbattibilità”.
Capitolo tifosi, con gli Stormers quinto sold out di fila. State già lavorando per il sesto?
“Sicuramente, anche se sarà difficile visto che la prossima sarà contro gli Ospreys sabato 2 dicembre alle 20.30. Già martedì mattina assieme ai vari responsabili societari abbiamo dedicato molto tempo a come preparare al meglio questa sfida dal punto di vista dell’attrattività verso i tifosi. È servito tantissimo lavoro per raggiungere i numeri fatti nell’ultimo mese, e non è stato neanche semplice visto che abbiamo giocato in casa per tre weekend consecutivi. Il messaggio lasciato dagli appassionati comunque è stato ottimo e ci invoglia a continuare per cercare di fare sempre meglio, anche quando sarà inverno e chiaramente farà più freddo”.
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Proprio contro gli Ospreys ci sarà la novità della club house, ce la spiega? Come procede la questione della nuova tribuna?
“Quel giorno inaugureremo il primo pezzo della club house, una struttura dove potremo accogliere tutti i tifosi presenti allo stadio, non solo nostri ma anche ospiti, sotto un tetto. Arriveremo poi a completarla del tutto, intanto abbiamo svelato la nuova area hospitality per gli sponsor e tutta una serie di truck dedicati a cibo e bevande. Sulla nuova tribuna la nostra intenzione è quella di concludere il prima possibile la parte burocratica e iniziare i lavori la prossima estate. Questa sostituirà l’attuale biglietteria (che non cambierà posto ma sarà creata ex novo dentro la tribuna) così potremo avere ancora più posti a disposizione, verosimilmente 1.200”.
Ogni partita in casa Benetton diventa e diventerà sempre più un evento.
“Esatto, cerchiamo di identificare per ogni match casalingo delle situazioni speciali. Una gara sarà dedicata agli sponsor, una alle famiglie, una ai club: vogliamo sempre offrire qualcosa di unico ai tifosi anche con l’intrattenimento prima e dopo. Il nostro obiettivo è quello di far sì che un tifoso resti a Monigo e si diverta per cinque ore”.
Se potessimo tradurre in numeri i vostri obiettivi, parlando di pubblico a cosa puntate da qui a fine stagione?
“Lo scorso anno abbiamo avuto una media superiore alle 3.700 presenze. In questa stagione siamo partiti forte ma verosimilmente non resteremo a 5.000. Con il nostro costante lavoro, anche grazie a un numero di abbonamenti raddoppiato, l’obiettivo è quello di portare (guardando i numeri a fine anno ndr) oltre 4.000 spettatori a ogni partita del Benetton. Cercando di tenere i piedi per terra posso dire che vorremmo fare almeno altri tre sold out da qui al termine di questa stagione tra URC e Challenge Cup. Comunque siamo nel mezzo di un piano quadriennale mirato alla crescita, tra un paio di stagioni vorremmo che il tutto esaurito si avvicinasse già due-tre giorni prima della partita. Ci stiamo lavorando e non smetteremo”.
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Per farlo potrebbe anche aiutarvi il Sei Nazioni Under20 che si disputerà ancora a Monigo nel 2024?
“Certamente. A livello organizzativo è la Federazione che detta le linee per quelle partite, noi comunque proviamo a far trovare ai nostri azzurrini uno stadio sempre caldo dal punto di vista ambientale proponendo un format simile a quello che facciamo durante i match dello URC. Ogni nuovo tifoso che viene a Treviso per supportare l’Italia poi deve sapere che il grande rugby a Monigo continua durante tutta la stagione”.
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