“Nei prossimi anni vogliamo allargare l’attività”
Dopo l’annuncio della FIR della nascita delle franchigie femminili di Benetton e Zebre Parma a partire da gennaio 2024, importante novità sul fronte della crescita del movimento femminile italiano, c’è grande fermento e curiosità riguardo al futuro e alle attività delle due squadre.
Il progetto tecnico federale dedicato al gioco femminile si amplierà grazie alla collaborazione con la federazione spagnola (FER) e il sostegno di World Rugby. Benetton Rugby e Zebre Parma, allenate rispettivamente da Francesco Iannucci e Plinio Sciamanna, si confronteranno con omologhe realtà del panorama rugbistico iberico per due partite, nel primo anno del progetto.
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Giuliana Campanella, Manager della Nazionale Femminile e coordinatrice del Progetto Franchigie, raggiunta da OnRugby, ne chiarisce molti aspetti.
Giuliana, come si è arrivati a questa scelta e come è stata accolta da parte dei club?
Dopo la pandemia le attività sono triplicate e soprattutto all’estero il movimento femminile è esploso. Abbiamo quindi considerato che per stare al passo con questo fenomeno avremmo dovuto aumentare quantitativamente e qualitativamente l’attività. In una delle tante riunioni fatte con World Rugby abbiamo appreso della possibilità di questa collaborazione con la federazione spagnola. Non so se il periodo sia quello giusto ma se le cose non iniziano non saprai mai come possono andare…”
“Cominceremo quindi con la Spagna e cercheremo poi di essere inserite in un’attività più grande, passando magari da due partite all’anno a quattro. La decisione è stata quindi presa per stare al passo con le altre nazionali: sappiamo che il campionato italiano non è quello inglese o francese, i numeri dei movimenti sono molto diversi e per evitare anche la migrazione delle ragazze verso questi campionati vogliamo rendere più appetibile la nostra offerta. Per I club italiani penso sia una opportunità, quella di far crescere tecnicamente e numericamente le ragazze.”
Come sarà organizzata l’attività delle franchigie? Ci saranno dei raduni solo prima dei match o le attività saranno anche prima e dopo le due finestre?
Per quest’anno le Zebre, che sono più in difficoltà nel rapporto con il territorio perché devono raccogliere ragazze di tutta Italia, si raduneranno solo due volte. Abbiamo dovuto fare questa scelta per rispettare gli impegni delle giocatrici, i campionati dei club e le finestre internazionali. Per il prossimo anno se ci confermano le quattro partite, programmando per tempo, faremo più raduni. Mentre Benetton, essendo favorita per la vicinanza territoriale, farà degli allenamenti serali già programmati durante tutto l’arco dell’anno.
Come mai avete deciso di legare il progetto alle due franchigie maschili e non a società della Serie A Elite Femminile?
Sono dieci anni che le franchigie maschili esistono e accumulano esperienza, avremo a disposizione tecnici e strutture di alto livello. Poi il coordinamento generale di FIR sarà notevolmente agevolato. Logisticamente sarà più facile e tutta la catena che ora è avviata offrirà il migliore supporto. Un domani nulla vieta di spostarci a Villorba o a Napoli, solo per fare due esempi.
Qual è l’obiettivo a medio-lungo termine di FIR e World Rugby? Si sta pensando a un torneo più articolato con anche altre nazioni coinvolte?
Sì sicuramente esiste l’idea di aumentare le partite e di giocare con le altre nazioni. Ma dobbiamo ancora valutare dove e come inserirci. La Spagna per esempio rappresenta una buona realtà, rimasta un po’ indietro nello scenario internazionale ma che comunque potrebbe stare benissimo nel Sei Nazioni. Esiste però anche il problema del rapporto con i campionati nazionali e bisogna conciliare la visibilità e lo sviluppo delle attività federali con i club che sono fondamentali per la FIR.
Quindi in futuro si potrebbe andare verso una strutturazione dei campionati simile a quella maschile con le due franchigie in campionato internazionale e la Serie A Elite Femminile?
Sì c’è l’idea di strutturare qualcosa di simile al maschile e prossimamente avremo una serie di riunioni per approfondire il progetto. Non voglio però dire nulla di più finché non sarà certo il nostro programma.
È in atto un grande cambiamento del rugby internazionale, che riguarda anche il WXV, come vedi il futuro del rugby femminile in questo senso?
Tutto è modificato e accelerato, secondo me è una grande opportunità, ogni partita in più è una possibilità di sviluppo per le ragazze, per esempio il WXV è una nuova vetrina e una possibilità per vedere giocatrici all’opera con la maglia della nazionale prima di giocare una Coppa del Mondo o un Sei Nazioni. Nei tavoli di lavoro di World Rugby queste novità vengono analizzate profondamente e ogni iniziativa è realizzata per lo sviluppo del movimento.
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