Il terza linea degli All Blacks suggerisce di seguire l’esempio dei loro acerrimi rivali, gli Springboks
Riuscire ad indossare la maglia degli All Blacks è un sogno per ogni giovane promessa che cresce in Nuova Zelanda, così come è un onore continuare a vestirla per chi ha raggiunto i vertici del rugby d’alto livello.
Come ogni Nazionale, anche la federazione neozelandese ha le sue regole per quanto riguarda l’eleggibilità di un giocatore. Alcune hanno limiti più stringenti, altre sono maggiormente aperte per quanto riguarda i criteri per essere presi in considerazione.
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Il capitano degli All Blacks all’ultima Rugby World Cup Sam Cane ha però esortato la sua Federazione, la New Zealand Rugby (NZR), a modificare gli attuali limiti di eleggibilità. Secondo lui sarebbe meglio prendere lezione proprio dalla squadra che li ha battuti in finale di Coppa del Mondo, il Sudafrica.
Il terza linea è infatti consapevole che alcuni suoi compagni di squadra durante l’ultima Rugby World Cup potrebbero non rispettare più i criteri di eleggibilità, andando a giocare all’estero per più di un anno. Lo stesso Cane ha firmato un contratto per giocare fuori dalla Nuova Zelanda, precisamente in Giappone.
Il suo contratto, però, è di breve durata e il terza linea rientrerà in patria in tempo per i prossimi impegni con gli All Blacks. Ma lo stesso non può dirsi per altri giocatori del calibro di Aaron Smith e Richie Mo’unga. Proprio quest’ultimo è la partenza più significativa, visto che ha firmato un contratto triennale con i Toshiba Brave Lupus Tokyo, club della League One, il massimo campionato giapponese.
Sam Cane, parlando con la stampa, ha esortato quindi a prendere esempio dal Sudafrica: “Molti Springboks si sono dimostrati assolutamente capacità di giocare nella League One e di tornare al rugby internazionale abbastanza rapidamente, continuando a giocare al meglio”.
Il terza linea è pronto ad accettare la sfida: “Se giochiamo bene in Giappone e torniamo, se avremo l’opportunità di rappresentare nuovamente gli All Blacks, potremo dimostrare che abbiamo migliorato il nostro gioco, anche giocando all’estero”.
“Se riusciremo a dimostrarlo, forse convinceremo New Zealand Rugby ad aprire a una revisione delle regole”, ha concluso il capitano degli All Blacks.
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