La RFU tra mille difficoltà è riuscita a chiudere la stagione 2022/23 con il segno più. Anche il suo amministratore delegato si permette un aumento salariale
La situazione del rugby in Inghilterra è un aspetto sul quale in tanti hanno messo la lente d’ingrandimento nell’ultimo periodo. Dopo tutti i problemi lasciati dalla pandemia la scorsa stagione ben tre squadre di Premiership hanno, chi durante il campionato e chi alla fine, chiuso i battenti: Wasps, Worcester e London Irish sono state costrette da una marea di debiti a fermare l’attività, attivando a cascata tutta una serie di conseguenze.
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Come sta invece la federazione, quella RFU che ha un enorme valore specifico nel mondo di ovalia? Bene stando all’ultimo bilancio, quello relativo alla stagione 2022/23 nel quale ha chiuso con un attivo di 4 milioni di sterline. Meno degli 11 dell’anno precedente ma comunque un segno più che lascia qualche sicurezza. L’ente che governa il rugby in Inghilterra ha affermato come tutti i debiti contratti durante la pandemia sono stati ripagati con 50 milioni di sterline equamente divisi tra vecchi depositi e nuovi versamenti, quindi ora quello è un capitolo chiuso. Le sponsorizzazioni sono salite da 24.1 a 25.9 milioni di sterline.
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Il presidente della RFU Bill Sweeney ha detto: “In un contesto difficile abbiamo ottenuto un utile importante grazie a una solida gestione finanziaria, anche le prossime stagioni comunque non saranno semplici. Sappiamo che per non entrare in difficoltà abbiamo bisogno di continuare a essere rigorosi sul controllo dei conti e sulla gestione fiscale”. Tutto questo mentre il suo stipendio è cresciuto di 16.000 sterline all’anno arrivando a quota 684.000 sterline.
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