La federazione caucasica sta sondando dei tecnici di fama mondiale per il dopo Maisashvili
Il post Rugby World Cup della Georgia non è stato proprio facilissimo. I Lelos infatti sono tornati dalla rassegna francese piuttosti ridimensionati rispetto ai programmi iniziali.
Un solo risultato utile (il pareggio con il Portogallo) e la sensazione che la squadra non sia riuscita a fare quel salto di qualità tanto sperato.
Il ruolino di marcia negativo (sconfitte con Australia, Galles e Fiji) in sostanza è costato la panchina a Levan Maisashvili, così la federazione caucasica adesso si trova a dover cercare un sostituto.
I nomi che circolano nell’ambiente sono tutti di grande spessore e uno di questi ha iniziato a circolare nelle ultime ore creando come sempre attenzione su di sè.
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La Georgia al centro del mercato internazionale degli allenatori
Si tratta di Eddie Jones, a sua volta ‘vittima’ di un mondiale negativo con i Wallabies e libero di accasarsi altrove. Secondo il podcast georgiano Abragan, il coach australiano farebbe parte di una shortlist di alto livello, composta anche da Joe Schmidt e Richard Cockerill.
Tutti e tre sono senza contratto e ognuno di loro potrebbe portare un grande carico di esperienza in una nazionale che vuole fare un step di crescita definitivo.
Il tecnico inglese Richard Cockerill è stato primo ad essere appuntato dopo l’esonero patito a Montpellier. Poi l’attenzione si è trasferita su Joe Schmidt, reduce dal grande contributo agli All Blacks, ma escluso dal nuovo staff di Scott Robertson.
L’ex coach irlandese sarebbe anche nei desideri di Bernard Laporte per ricostruire un progetto tecnico di valore a Montpellier, ma per adesso la squadra francese è allenata da Patrice Collazo.
Eddie Jones invece era stato avvicinato ad un ritorno in Giappone (nazionale da lui allenata dal 2012 al 2015) proprio durante la RWC 2023. Poi la situazione fra le parti si è fatta nebulosa ed ecco spuntare la Georgia, formazione apprezzata dal discusso ex coach dell’Inghilterra.
“La forza della squadra è cambiata, l’equilibrio della squadra è cambiato. Il loro gioco si è evoluto perché hanno dei giovani trequarti molto promettenti. Entrambi i nove sono buoni giocatori e l’estremo (Davit Niniashvili del Lione) è qualcosa di speciale; ha quella corsa curva e arcuata e non perde velocità quando cambia direzione, quindi è molto difficile da difendere. Il loro rugby è in grande evoluzione.” Così aveva parlato Jones dopo la sfida di Pool C della Coppa del Mondo.
Con i Black Lion come nuova franchigia partecipante alla Challenge Cup, le possibilità che la governance del rugby georgiano voglia investire proprio su un allenatore di fama mondiale per raggiungere nuovi ambiziosi obiettivi, non appaiono poi così remote.
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