La federazione inglese ha intenzione di intervenire in prima persona per tutelare il proprio parco giocatori
L’Inghilterra è pronta ad aprire il portafoglio per assicurarsi di mantenere in Inghilterra i giocatori chiave della nazionale, offrendo fino a 25 contratti definiti ibridi, ovvero una sostanziosa integrazione salariale ai giocatori selezionati.
Dopo che alla metà del mese di dicembre erano circolate voci circa la volontà della Rugby Football Union di spendere 160mila sterline da sommare all’offerta di rinnovo di contratto dei Saracens a Maro Itoje e Jamie George, al fine di trattenerli in patria, adesso il direttore esecutivo dell’alto livello inglese Conor O’Shea ha confermato che la federazione è vicina a siglare una nuova partnership con Premiership Rugby, la lega dei club della massima divisione, e offrire contratti rafforzati che inizieranno nella prossima stagione.
Si tratta di un cambiamento radicale nell’approccio della federazione, che sposta il proprio modello in direzione dei contratti duali presenti in Irlanda, Australia, Nuova Zelanda. L’obiettivo è quello di trattenere in Inghilterra i profili chiave per la nazionale, come accaduto recentemente con Henry Arundell, il giovane talento che ha firmato un lungo contratto con il Racing 92, rendendosi non eleggibile per il XV della Rosa in quanto militante all’estero.
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I contratti ibridi avranno una durata che va da uno a tre anni, e la cifra di 160mila sterline dovrebbe essere l’ammontare fisso offerto ai 25 atleti coinvolti, andando a sostituire le attuali 23mila sterline che un atleta internazionale può guadagnare dalle proprie presenze internazionali. Per contro, gli atleti saranno sottoposti ad un piano di sviluppo centralizzato rivisto mensilmente e, sebbene lo staff della nazionale non potrà influire sulla selezione dei giocatori in certe posizioni nei club, Steve Borthwick e soci potranno intervenire sulla preparazione atletica e sulla gestione medica dei giocatori.
Il gruppo dei 25 con contratti ibridi farà parte dei 50 giocatori della élite player squad, la rosa dalla quale si attingono i convocati della nazionale maggiore. Dietro di loro si prevede la riformazione di un gruppo di 35 giocatori che vadano a comporre la nazionale A, che oltre al match fissato con il Portogallo potrebbe tornare ad avere una certa rilevanza.
L’accordo tra federazione e clubs prevede anche una ristrutturazione della seconda divisione nazionale, l’attuale Championship, ma la natura della riforma deve ancora prendere forma, ha detto O’Shea.
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