Il nuovo tecnico degli Azzurri tra passato, presente e futuro: “Allo Stade il mio capitano era Parisse, e presi casa con Mirco e Mauro Bergamasco. Oggi vorrei creare un ‘consiglio’ dei leader Azzurri”
Il Sei Nazioni 2024 si avvicina, l’Italia si presenta ai nastri di partenza con un nuovo capo allenatore, Gonzalo Quesada, che metterà la sua esperienza e il suo palmares al servizio degli Azzurri, ma senza fare rivoluzioni, come confermato ai microfoni del Messaggero in un’intervista.
“Abbiamo un bell’inizio proprio in casa con l’Inghilterra, poi andremo a Dublino e a Parigi per due belle scalate contro giocatori che hanno avuto un periodo sensibilmente più lungo per recuperare, dalle tre alle cinque settimane dopo il Mondiale. Abbiamo grande ambizione ma anche i piedi per terra. I primi passi devono essere nel segno della continuità, non c’è tempo per fare rivoluzioni”.
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Qualcosa di diverso, però, ci sarà: “Stiamo già seminando i concetti delle strategia che contribuiranno a dare un’identità alla Nazionale, che non è la mia identità, ma quella che insieme ai giocatori decideremo di costruire, legata alle nostre virtù e a i nostri limiti. Di certo ci sarà una nuova strategia, con un’evoluzione delle nostre exit strategies e dell’attacco”.
Per quanto riguarda il capitano, anche in questo caso la scelta di Quesada sarà nel segno della continuità. Sarà ancora Michele Lamaro, “ma mi piace l’idea di un ‘consiglio’ dei leader della squadra” ha sottolineato il tecnico: “La gestione dei gruppi è sempre stata la centro dei miei studi e delle mie letture, ma con la nazionale si ha meno tempo rispetto al club”.
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Il tecnico ha poi parlato di come gestirà il rapporto con la Federazione, i club e le franchigie: “In Argentina si è costruita una via virtuosa che collega strettamente Club, franchigia e nazionale. Me ne occuperò anche in Italia partendo proprio dai club che con l’aiuto della federazione devono essere forti e allargare la base dei praticanti, mentre le franchigie – come in Argentina per i Jaguares – sono l’opportunità per avvicinare i migliori giocatori al livello internazionale”.
La storia professionale di Quesada si è spesso intrecciata con i giocatori italiani più rappresentativi della storia recente: “Allo Stade Francais ho giocato con Mauro e Mirco Bergamasco, grandi talenti. Con loro ho comprato casa e ci siamo ritrovati vicini. Così ho conosciuto anche il papa Arturo e altri familiari, sono nate grandi amicizie. Quando ho allenato lo Stade Français il mio capitano era Sergio Parisse, un fenomeno e grande amico. I trofei che abbiamo vinto li ha alzati lui. E al Racing 92 ho allenato i grandi Andrea Lo Cicero e Santiago Dellapè”.
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