Il tallonatore biancoverde ha parlato di come sarà affrontato il periodo del Sei Nazioni e delle sue scelte personali
Il Benetton ha conquistato la matematica qualificazione agli ottavi di finale di Challenge Cup, battendo nettamente Newcastle, e sabato a Monigo proverà a vincere il girone battendo Montpellier nell’ultima sfida della fase a gironi. È un grande periodo per i biancoverdi, secondi nello United Rugby Championship e già qualificati agli ottavi di Coppa, come racconta a La Tribuna il tallonatore Bautista Bernasconi: “Sapevamo che una squadra italiana non vinceva in Inghilterra da 25 anni, è stata per noi un’ulteriore motivazione per dare tutto e scrivere un’altra pagina di storia del club”.
Adesso, tutta l’attenzione è sulla sfida contro Montpellier, decisiva per la vittoria del girone: “Sono avversari sempre difficili da affrontare. In particolare, la battaglia sarà davanti: mischia, maul e touche. Sarà una grande partita e noi vogliamo vincerla”.
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L’assenza dei nazionali per il Sei Nazioni
Dopo il match di Monigo, il Benetton tornerà in campo direttamente sabato 17 febbraio nella supersfida contro Leinster, per poi ospitare Glasgow il 2 marzo. Anche se le partite sono previste nelle due settimane di pausa del Sei Nazioni 2024, non sarà ovviamente possibile avere a disposizione buona parte degli Azzurri impegnati nel Torneo. Per Bernasconi, però, il livello resterà comunque alto: “Abbiamo a disposizione una rosa che ci permette di fare bella figura contro tutti, e questo è un grande vantaggio. Il Benetton resta competitivo anche senza i nazionali italiani”.
Italia o Argentina?
Bernasconi è argentino (4 presenze con l’Argentina XV) ma ha anche origini italiane, e ai microfoni della Tribuna ha risposto in maniera molto chiara e sincera alla domanda su una possibile scelta della Nazionale: “Sono argentino e il mio Paese per me sarà sempre al primo posto. Giocare con i Pumas è un sogno che ho fin da bambino. Vedremo quali saranno le scelte dell’allenatore, dovrò aspettare ancora, ma ad ogni modo spero vivamente di essere convocato”.
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