Italia, Mirco Spagnolo: “Il difficile non è tanto essere convocati in Azzurro, quanto restarci”

Il giovane pilone si racconta: dalla speranza di esordire con la Nazionale all’importanza dell’esperienza in URC, con uno sguardo al suo vecchio club

Meciul test de rugby dintre Romania si Italia, disputat pe Stadionul Arcul de Triumf din Bucuresti, vineri 1 iulie 2022. © FOTO:Razvan Pasarica/SPORT PICTURES

Il giovane pilone Mirco Spagnolo è stato chiamato dal nuovo tecnico dell’Italia Gonzalo Quesada per preparare l’imminente Sei Nazioni 2024. Per il classe 2001 non si tratta della prima convocazione con il gruppo Azzurro, ma ancora non ha avuto la chance di indossare sul campo la maglia della Nazionale.

Stavolta, però, l’occasione appare propizia. La non convocazione di Zani e Nemer, se da un lato privano la mischia dell’Italia della loro esperienza, dall’altro aprono un’opportunità per i giovani, vedi Luca Rizzoli e lo stesso Mirco Spagnolo.

Leggi anche: Italia, quanto spazio possono avere i 5 esordienti convocati da Gonzalo Quesada? 

Il pilone ex-Petrarca è alla sua prima stagione con il Benetton Treviso e, al momento di salire al gradino superiore, è riuscito ad adattarsi al livello dello United Rugby Championship e anche ritagliarsi uno spazio importante nelle gerarchie di coach Bortolami. E queste buone prestazioni sono valse anche la chiamata da parte del ct dell’Italia Quesada e, chissà, la prima presenza in Azzurro.

Intervistato a questo proposito da Il Gazzettino di Padova, Spagnolo ovviamente ha tenuto i piedi per terra: “Non so, non decido io. Naturalmente ci spero e sarebbe il mio traguardo giocare con la Nazionale. Posso affermare che il difficile non è tanto venire convocati, ma restarci e riuscire a ritagliarsi uno spazio”.

Una crescita quella di Spagnolo che è stata propiziata dal salto in URC con il Benetton: “Essere a Treviso è stato ed è fondamentale, il livello dello URC è più altro di quello del campionato italiano e affrontare avversari forti aiuta a progredire”.

“In allenamento si lavora molto – ha proseguito il pilone – sono migliorato fisicamente, ho più resistenza, mi sento più sicuro in mischia ordinata. Visto che ho 23 anni, mi manca ancora l’esperienza che in prima linea è molto importante; in Europa trovo tanti piloni di valore, esperti, navigati; il confronto è duro e stimolante. E conta abituarsi anche per giocare con gli stadi pieni di pubblico, soprattutto a quando penso ai 300 spettatori al Plebiscito”.

A questo proposito Spagnolo ha detto la sua sulla sua ex-squadra, il Petrarca, e le attuali difficoltà in Serie A Elite: “Il campionato di quest’anno è più equilibrato, fino alla scorsa stagione era di fatto una corsa a due tra noi e il Rovigo. Ora non è più così e a dirlo sono i risultati. Sarà una bella lotta ma sono certo che il Petrarca si riprenderà. I giocatori ci sono, probabilmente il problema più che tecnico è mentale, c’è solo da ritrovare la fiducia”, ha concluso il pilone biancoverde.

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