Al suo debutto sulla panchina di una Nazionale, il tecnico argentino è pronto alla sfida del Sei Nazioni tenendo i piedi per terra
Per Gonzalo Quesada la giornata di sabato 3 febbraio 2024 sarà difficile da dimenticare: non solo sarà il giorno del suo esordio sulla panchina dell’Italia, ma del suo debutto assoluto come capo allenatore di una Nazionale.
Il coach argentino ha indossato 38 volte la maglia dei Pumas, per poi intraprendere la carriera di tecnico: assistente allenatore della Francia tra 2009 e 2011, poi al Racing 92 dove, dopo una stagione, è diventato capo allenatore nel 2012/13. Dal 2013, salvo la stagione 2019/2022 dove ha guidato la franchigia argentina dei Jaguares, è stato head coach dello Stade Francais. Ora è pronto a guidare una Nazionale al torneo più antico e prestigioso della palla ovale: il Sei Nazioni.
Italia, Gonzalo Quesada: “Ho perso due volte contro gli Azzurri, voglio recuperare quello spirito”
Il suo contratto con l’Italia è ufficialmente iniziato il 1° gennaio, eppure Gonzalo Quesada è arrivato nel Belpaese già due mesi fa. “Dovevo ascoltare e capire”, ha esordito il ct al Corriere della Sera: “Ho visto che tutto è molto diverso da quello che conoscevo, in Francia soprattutto”.
Il tecnico, per ovvi motivi di tempistiche, ha avuto poco occasioni per lavorare con il gruppo Azzurro al completo. Per questo motivo, e considerando che la sua prima sfida sarà contro l’Inghilterra, Quesada tiene i piedi per terra: “Stiamo lavorando su un nuovo sistema anche in attacco. Poco alla volta però: andare sabato contro l’Inghilterra con troppe novità sarebbe una catastrofe”.
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Comunque il capo allenatore ha bene in mente su cosa dovrà lavorare l’Italia nel breve termine: “L’avanzamento è la prima regola del rugby. Crowley ha fatto un buon lavoro e si è parlato molto dell’attacco degli Azzurri. Questo è un punto di forza e voglio mantenerlo e svilupparlo. Quando però giochiamo contro squadre molto forti dobbiamo imparare ad attaccare anche senza palla e, soprattutto, segnare punti ogni volta che si presenta una possibilità”.
“Per fare questo bisogna iniziare a costruire una strategia di gioco, strutture di uscita dalla nostra metà campo. Dobbiamo essere solidi in conquista nei nostri 50 metri, e per tutti gli 80 minuti”. Delle abilità che Quesada ha già visto nell’Italia: “Ho perso contro gli Azzurri da giocatore (nel ’98) e da tecnico (nel 2011), quand’ero assistente della Francia. Queste vittorie sono state costruite su conquista e difesa. Erano squadre aggressive, ti saltavano addosso e non ti lasciavano niente. Il mio sogno è recuperare quello spirito”.
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